lo spunto

Senza se e senza ma…

Ormai c’è solo una congiunzione che sintetizza, da sola, l’attuale condizione del Bologna: SE… Se solo avessimo segnato, se lo Spezia non si fosse chiuso in quel modo, se Mancosu l’avesse infilata o se il Vicenza...

Manuel Minguzzi

Ormai c’è solo una congiunzione che sintetizza, da sola, l’attuale condizione del Bologna: SE…

Se solo avessimo segnato, se lo Spezia non si fosse chiuso in quel modo, se Mancosu l’avesse infilata o se il Vicenza non avesse vinto e il Frosinone avesse già giocato e perso.

In tutto ciò, mentre il tifo come al solito si spende nei momenti delicati dando il meglio di sè, il mister non comprende come siano i risultati deludenti a renderlo attaccabile in conferenza stampa e non la presunta cattiveria della stampa desiderosa di vederlo lontano da qui. A parte qualche rara eccezione, il Bologna è riuscito miracolosamente a sfangarla in trasferte conquistate con colpi estemporanei o miracoli del portiere, ed è chiaro che quando le magagne si palesano è impensabile, per chi è chiamato a fare le domande, edulcorare il proprio lavoro. Più guardiamo questo Bologna e più facciamo fatica a scorgere margini tali di miglioramento che possano farci pensare ad un lieto fine. Si potrebbe parlare della scarsa vena realizzativa, del centrocampo poco costruttivo e della condizione fisica mancante, tutti aspetti che, se migliorati, renderebbero il Bologna più competitivo, ma tutte queste osservazioni vengono prodotte da mesi senza però arrivare mai al momento in cui i miglioramenti si rendono tangibili e percepibili. Quella con lo Spezia è stata una partita migliore rispetto a tante altre, ma quella sensazione di squadra disorganizzata e sulle gambe non se ne va. Gli uomini di Bjelica hanno sofferto, rischiato di prendere gol, peccato però rendano l’impressione di avere una identità di squadra nonostante tanti evidenti limiti. Poche cose ma fatte benino, noi tante spesso fatte e costruiti male. Ecco, per questo Bologna non aver battuto una spezietta da poco sapore è peccato mortale, l’ennesimo di questa stagione che rischia di diventare fallimentare. Ci dicano ora i megafoni quale scusante può essere tirata in ballo, si è partiti col poco entusiasmo (non ci pare se si fanno le code ai botteghini), poi la pressione e i fischi, il mercato di gennaio non all’altezza e definito addirittura dannoso (Da Costa ha portato in dote un altro punto), per concludere con le troppe critiche ad una squadra che non lesina impegno ma proprio non ce la fa ad emergere. La prossima sarebbe di stampo mazzariano: “Poi è arrivata la pioggia e non ce l’abbiamo fatta”. Forza e coraggio, fuori gli attributi (senza se e senza ma), richiudere gli alibi nel cassonetto della spazzatura e accantonare i se. Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una cariola…Ora serve la concentrazione massima sul campo evitando di farsi raggirare dai soliti strambi discorsi di chi dispensava ottimismo anche dodici mesi fa, e il finale lo sappiamo tutti. Così la A la vedremo solo col binocolo, anche ai playoff. A proposito, oltre a cercare il secondo posto, si cerchi di mantenere il terzo, sai mai che quattro pareggi possano servire in post season per ottenere una sudatissima promozione. Non sappiamo nemmeno se si potrà definire meritata…