lo spunto

Sacrosanto diritto di critica, ora uniti con la squadra (ma il blasone non va in campo)

Fa ancora molto male la sconfitta dell’altra sera, troppo dura per essere vera e troppo dolorosa per consentire alle ferite di ricucirsi in meno di 48 ore. Sentiamo ancora il sale sul nostro povero corpo ferito e l’anima è...

Manuel Minguzzi

Invece forse è necessario pensare che in una Serie B votata alla grinta, all'atteggiamento e alla corsa, tutto possa fare brodo. Il Carpi ottimizza al massimo ogni piccola cosa che fa e ogni piccola risorsa che possiede, occorre dunque che anche da queste parti si metta un po' da parte il blasone e gli scudetti passati perché, purtroppo, non vanno in campo. Lotito si metta il cuore in pace, il prossimo anno si ritroverà Chievo, Sassuolo e Carpi in A, con il classico manipolo di spettatori allo stadio e davanti alla tv. Rischiano di salire anche il Vicenza o il Frosinone se il Bologna non si sveglia dal torpore dei ricordi del passato. I Bulgarelli, Signori, Baggio e via dicendo non ci sono, così come non ci sono le vittorie dei tempi belli, ora c'è Lopez, Casarini, Cacia, onesti mestieranti del professionismo che dovranno sudare fino alla fine per conquistare la Serie A. Davvero, ora più che mai, basta contrapposizioni campate in aria, basta guerre inutili contro i fantasmi o solite dietrologie da città provinciale. C'è una Serie A da conquistare, con sudore, determinazione, applicazione e concentrazione. Stavolta il blasone non conta nulla, serve unità, servono vecchi e nuovi e una guida sapiente che possa traghettare questa truppa nella massima serie. Niente gufi, speriamo ce la faccia Lopez.