lo spunto

Rossettini di rabbia

E' ancora festa per il Bologna, espugnato il Ferraris grazie a Rossettini. Per Donadoni 13 punti in 6 partite e una zona retrocessione che si allontana sempre più. Decisivo l'apporto delle riserve

Manuel Minguzzi

Donadoni vince anche a Genova, storicamente campo ostico per i rossoblù e al termine di una partita che definire sofferta è poco. Ma evidentemente il mister, oltre alla sua bravura, ha portato anche un pizzico di sorte in più, togliendo alla dea la sua benda dopo le traverse dei playoff. Non che il Bologna sia stato fortunato, il Genoa non ha colpito pali, ma sicuramente possiamo affermare che i rossoblù hanno vinto più di rabbia e determinazione che di gioco e qualità. Onestamente poco importa, perché di punti lasciati per strada in questo modo il Bologna è maestro e allora tanto vale gioire. Anche perché, se contiamo le assenze, ai rossoblù ad un certo punto della partita sono mancati 5 titolari, non poco per una squadra che deve salvarsi.

Prendiamoci dunque questi tre punti, che sommati ai 16 già incamerati portano i rossoblù all’insperata quota di 19, se solo pensiamo all’ultimo posto di qualche mese fa…E’ incredibile la svolta portata da Donadoni, così come è sontuosa la rivincita di Rossettini, tappatore di falle a destra e portatore di 6 decisivi punti. Mica poco per uno considerato bollito. Piccola-grande soddisfazione anche per Corvino che fortemente ha voluto il giocatore. Ma adesso tutto funziona, tutto gira come il Bologna si augura e anche nella giornata in cui Masina e Giaccherini non ci sono, Rizzo sgroppa ma sente tirarsi il muscolo, Gastaldello riceve una pallonata e Diawara è meno lucido del solito, sbuca Sant’Antonio Mirante da Castellamare di Stabia. Tre parate decisive, un paio da campione e da portiere che meriterebbe la nazionale, quantomeno per far parte del gruppo che potrebbe andare in Francia. Non solo lui, perché vittorie di questo genere si ottengono grazie alla forza morale del gruppo, alla mentalità che Donadoni è riuscito a trasmettere alla truppa come Rossi non era riuscito a fare. Questo Bologna può permettersi di soffrire senza capitolare, questa squadra – rinnovata nello spirito più che nella tecnica – lotta, suda, corre e onora la maglia, soprattutto: reagisce. E’ vivo il rossoblù, e anche quando gli indizi lascerebbero pensare ad una sconfitta arriva la stoccata inaspettata. E con questi ingredienti, può diventare lecito pensare a qualcosina di più di un diciassettesimo posto.

C’è però Donadoni, che anche a Marassi ha cercato di riportare tutti sulla terra, come a voler smorzare toni, abbassare asticelle, perché probabilmente la squadra adora vivere da underdog, anche quando tocca alle riserve far pesare la loro presenza in campo. Bene Morleo, dopo che in settimana si era percepita la paura di dover fare a meno di Masina, bene Brighi che è entrato e si è calato nella sua veste migliore (quella di lottatore), ritrovato Taider, rispolverato Mbaye (bravo a gestire il suo scampolo di partita) e ottimo Brienza a dare fosforo e quantità in mediana prima e in attacco poi. Sembrerebbe non mancare nulla e in una fase di calendario in cui in tanti avrebbero firmato per tre di punticini, ne sono arrivati sette.

Sì, è vero, se avessimo perso noi in casa una partita del genere saremmo rossi di rabbia, ma occorre ricordare a tutti che ci è già successo e quello che il calcio ti toglie da una parte te lo restituisce dall’altra. Il risultato di questo nervosismo è il rosso di Perotti, che è peggio di quello di Rizzo contro la Samp o dell’ingenuità di Falco contro il Sassuolo. Il vento è cambiato, basta solo avere la determinazione nel catturare gli episodi favorevoli senza aspettare che entrino dalla finestra o piovano dal cielo. Ora sotto con l’Empoli, con un’altra formazione da inventare e con l’esigenza di chiedere ancora un contributo importante alle riserve. In attesa del mercato di gennaio e di una sosta che potrebbe vederci davvero tutti felici, un po’ come lo siamo oggi.

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