lo spunto

Primo crocevia della stagione. Testa o croce?

Ci siamo, il Bologna si appresta ad affrontare quello che può essere considerato il primo crocevia della stagione. Vale per i rossoblù, ma anche per l’avversario: l’Udinese. Dal Friuli si sussurra che Donadoni sia pronto a sostituire...

Manuel Minguzzi

Ci siamo, il Bologna si appresta ad affrontare quello che può essere considerato il primo crocevia della stagione. Vale per i rossoblù, ma anche per l’avversario: l’Udinese. Dal Friuli si sussurra che Donadoni sia pronto a sostituire Colantuono, da Bologna si mormora che la posizione di Rossi stia iniziando a vacillare. La differenza sta nel fatto che, in caso di una sconfitta dei bianconeri, l’allenatore romano verrà quasi certamente esonerato. Se sarà Delio a fallire, la direzione tecnica e la leadership del club rossoblù hanno chiaramente fatto capire che gli verrà concessa un’altra possibilità. Come ha dichiarato Saputo, a quanto pare anche per la società cinque giornate sono poche per valutare il lavoro di un allenatore che ha avuto una rosa completa a disposizione a campionato ormai iniziato.

L’ipotesi di un ulteriore arresto di marcia del BFC nella sfida odierna, getterebbe ombre e incertezze sul futuro del mister, quanto su quello della squadra. Bisogna prendere (e non perdere) il treno della vittoria in casa contro questa truppa di bianconeri, perché quelli che ci attendono allo Stadium domenica 4 ottobre sono a secco di vittorie e non vedono l’ora di fare coriandoli con il santino di San Petronio. Non basta più l’eterna competizione che s’innesca come una scintilla quando in campo c’è Juve-Bologna: ad infiammare le tifoserie ci sarà anche la frustrazione di trovarsi ancora nella colonna destra della classifica. Insomma, in un mondo sottosopra dove la squadra vincitrice dell’ultimo scudetto e della Coppia Italia si trova vicina di banco di un Palermo e di un Empoli… c’è ragione di credere che l’Udinese, che nel recente passato ha ottenuto risultati eccellenti, coronati da qualificazioni europee, possa perdere la bussola e cedere la sua fortuna sul campo al Dall’Ara. Complice anche una strategia societaria che ha visto la formazione di Colantuono soggetta ad un continuo ricambio di giocatori in favore di plusvalenze, fintanto che il verso non è cambiato e il valore complessivo della rosa è andato via via diminuendo. Una delle ragioni del declino, potrebbe essere dovuta al cambio di rotta dei Pozzo, sempre più concentrati sugli affari delle società satellite Granada e Watford, distrazioni che potrebbero costare caro anche alle sorti della società friulana. In ultima analisi, anche il restyling dello stadio può aver giocato un ruolo centrale nel sottrarre investimenti alla rosa: il progetto per la nuova struttura, presentato nel 2012 e in fase di ultimazione, ha dragato risorse importanti messe sul piatto di tasca propria dal patron dell’Udinese.

Insomma, che si tratti di grandi club sulla via del tramonto, neopromosse in crisi di identità o squadre in via di definizione, l’affollato girone di formazioni che lottano per la salvezza ci sta bene. Più sono meglio è, a maggior ragione se alcune di queste non sono abituate a soffrire in fondo e ribaltare i pronostici. Si tratta di una battaglia che ci lascia ben sperare, considerata la classifica corta e la possibilità concreta di recuperare posizioni sorpassando le avversarie alla prima occasione in rettilineo, per usare il gergo della F1. Tutto sta nel cogliere questa occasione e crederci, a volte è solo una questione di atteggiamento e di mentalità, a maggior ragione se i giocatori sono ancora in una fase di prove generali e devono testare sinergie e complicità, schemi e intese che solo un po’ di sana voglia di vincere può far scattare.

Le direzioni al bivio sono chiare: puntare dritto verso la risalita, con un pizzico di cattiveria e cinismo, o continuare a lanciare una monetina dando la colpa alla testa o alla croce se le cose non si sono messe bene e siamo ancora fermi. Lasciamo stare i colpi di fortuna e le probabilità e restiamo concentrati sul campo: l’esito del match odierno vale già un bel pezzo di permanenza in serie A e ancora una volta, come contro il Frosinone, abbiamo il fattore campo a favore. Facciamone un fortino e difendiamolo con onore. Da qui in avanti, non ci sarà pietà per gli ultimi della classe, faremo bene ad impegnarci come se fosse la finale dei playoff che valse la promozione. Tutte le partite dovrebbero essere giocate con quella paura di restare indietro per ritrovare le motivazioni, il coraggio di lottare e uscirne a testa alta.

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