lo spunto

Partita inutile, a parte…

Tendenzialmente i Chievo-Bologna non regalano grandi emozioni e soddisfazioni, nemmeno all’ultima giornata di campionato con due squadre salve e la possibilità di giocare a mente libera, senza apprensione, per divertirsi. Altro zero a zero, per...

Manuel Minguzzi

Tendenzialmente i Chievo-Bologna non regalano grandi emozioni e soddisfazioni, nemmeno all’ultima giornata di campionato con due squadre salve e la possibilità di giocare a mente libera, senza apprensione, per divertirsi. Altro zero a zero, per non farci mancare niente: mezzo tiro in porta in tutta la partita. Parliamoci chiaro, sembrava la classica partita di campionato in cui le due squadre certificano in partenza il pareggione in ottica salvezza.

Contenuti tecnici pochi, emozionali ancora meno. In un certo senso questo trascinarsi fino al rompete le righe iniziava ad annoiare, tanto o il Bologna si considerava salvo e pareggiava zero a zero, oppure veniva depredato come successo contro il Milan. Meglio sia finita, almeno ora si può guardare in prospettiva per la prossima stagione. Proprio a tal proposito, il match di Verona era l’occasione giusta per gli aficionados della panchina di mettersi in mostra. Crisetig, Krafth e Pulgar, tanto per citarne alcuni. Vista la penuria di minuti concessa sia da Rossi che da Donadoni, c’era la curiosità di capire se questi elementi avrebbero potuto avere un futuro con la maglia rossoblù. Il risultato è stato altalenante. Crisetig, ad esempio, conferma una certa riluttanza a verticalizzare. Il ragazzo ha geometrie, ma le utilizza solo in orizzontale e solo per una giocata sicura e scontata. Difficile che Donadoni possa chiederne una riconferma. Decisamente meglio lo svedese Krafth, che ha dimostrato buone doti atletiche e una discreta propensione al ruolo di terzino destro. Buone cose in fase difensiva e un’idea di gioco chiara basata sul ‘non si butta via il pallone’, Emil sembra avere i crismi dell’esterno solido, organizzato, preparato e lucido. Novanta minuti possono bastare per avere un’impressione corretta in una partita dal basso tasso agonistico? No, però qualche idea ce la siamo fatta. Chi invece dobbiamo ancora scoprire è Erick Pulgar. Il cileno non è ancora chiaramente identificabile in un ruolo: per fare la mezzala serve più corsa, per fare il regista più qualità e velocità. Bisognerebbe lavorarci, forse lo farà Donadoni in estate. Vedremo.

Ma la vera grande attesa era racchiusa soprattutto per il possibile esordio del Primavera Tabacchi, cosa puntualmente avvenuta negli ultimi dieci minuti. Aaron ha messo in mostra due cose che già di per sé lo rendono interessante: corsa e cross. Poi c’è la sfrontatezza, la totale assenza di paura di prendere palla e tentare un dribbling o una giocata non banale. Piace, per atteggiamento, per la bolognesità, per essere un prodotto del vivaio. Il Bologna può puntarci, ma lo faccia seriamente e con l’intento di inserirlo già dal prossimo anno in prima squadra. Di storie di promesse dimenticate il calcio ne è pieno, in particolare, il Bologna sembrava aver trovato due promesse in Capello e Veratti ma poi sappiamo come è andata. Il ragazzo promette bene, lo si gestisca nel migliore dei modi. Il campionato dunque è finito con un pareggio, ancora a reti inviolate, non ci resta altro che attendere con entusiasmo la nuova stagione. Quella della consacrazione per Saputo, e forse per Tabacchi e Krafth.