lo spunto

Partita da uomini veri

Contro il Genoa i rossoblù dovranno ritrovare se stessi: per la salvezza può bastare, per la percezione generale forse no

Manuel Minguzzi

Dopo una serie di scoppole da paura, il Bologna torna al Dall’Ara in un clima strano. Colloquio ieri tra una delegazione dei tifosi e la squadra, sintomo che la tifoseria è in allerta e non tollererà più prestazioni come quella di Napoli. Nessuna contestazione è prevista oggi allo stadio, solo tanto amore e tanto tifo che i rossoblù in campo dovranno sfruttare per un battere avversario già salvo ma forse non arrendevole.

 

Il Bologna è dunque chiamato a salvare la faccia, il club la propria immagine. Un’altra sconfitta sancirebbe forse una frattura tra tifo e squadra, soprattutto, allungherebbe una crisi ormai acuta e profonda. Serve dunque una reazione da uomini veri, da calciatori ormai spalle al muro e privi di qualsiasi alibi. A tutto questo, aggiungiamoci il fatto che il pubblico del Dall’Ara non ammira una vittoria dal 31 gennaio ed è reduce da due sconfitte in cui il Bologna non ha sostanzialmente giocato. Mezzo tiro in porta con il Verona, uno con il Toro. Troppo poco per una squadra di cui andare fieri. Fortunatamente, dalle retrovie non giungono rimonte pressanti e salire a quota 40 sancirebbe simbolicamente la salvezza. Un obiettivo per cui tutti avrebbero firmato dopo le prime dieci partite, non da gennaio in poi. Infatti, un sedicesimo posto sta davvero stretto a chi in inverno ha assistito ad una cavalcata fenomenale. Se prima il Bologna era una squadra temuta, considerata, gagliardamente testarda, ora tutti si stanno chiedendo cosa abbia propiziato questa mutazione genetica. I rossoblù sono diventati la truppa che stacca la spina e va in vacanza con due mesi di anticipo: tutto quello che è stato fatto prima ormai sembra non contare più.

 

Difficile dunque che un finale più convincente possa restituirci quel Bologna che strappava applausi, ma se questa stagione non vorrà concludersi sotto il marchio del ‘classico crollo primaverile’ occorrerà ricominciare a fare punti importanti, soprattutto nelle sfide più abbordabili che presenta il calendario. Genoa, Empoli e Chievo innanzitutto, più quella con il Milan che sancirà la festa sugli spalti con la coreografia dei gruppi organizzati. Per cancellare la macchia di marzo e aprile il Bologna dovrebbe forse vincere tutte e quattro le partite, o quantomeno chiudere il campionato a ridosso del decimo/undicesimo posto. Chiudere sedicesimi lascerebbe l’amaro in bocca, nonché consentire al prossimo eventuale direttore sportivo di rivoluzionare di nuovo tutto. Ecco perché oggi serve una prestazione da uomini veri, da calciatori che possono ancora dimostrare tanto limitando le sensazioni negative emerse negli ultimi due mesi. La percezione generale è pessima e non è detto basti un filotto di risultati positivi per cambiarla, ma poco conta ora: l’obiettivo primario è chiudere i discorsi salvezza ed evitare qualsiasi tipo di rischio, fermo restando che le possibilità che da dietro rimontino sono minime. Ad ogni modo, il pubblico del Dall’Ara merita di pagare soddisfatto il prezzo di un tagliando che dovrebbe valere un’ora e mezzo di spettacolo e non di noia e sconfitte. Chissà che oggi non sia volta la buona. La tradizione con il Genoa è tendenzialmente favorevole, ma se il Bologna non metterà in campo qualcosa di quello che mostrava tempo fa rischierà di fare la fine delle partite precedenti. Cari ragazzi, siate uomini.