lo spunto

Panic market

Potrebbero farci un film, anzi, per la precisione: un thriller. Il calciomercato a Bologna è qualcosa che non passa mai liscio, vuoi per il passato e vuoi per l’atavica propensione della piazza a non accontentarsi mai. Di conseguenza,...

Manuel Minguzzi

Potrebbero farci un film, anzi, per la precisione: un thriller. Il calciomercato a Bologna è qualcosa che non passa mai liscio, vuoi per il passato e vuoi per l'atavica propensione della piazza a non accontentarsi mai. Di conseguenza, non si contestualizza la situazione, ma la si prende così com'è. Sbagliato, perché se non partiamo da una premessa è chiaro che la somma degli addendi di questo mercato può risultare insufficiente. Bisogna partire dal pregresso, da quanto ha fatto (e speso) Saputo fino ad ora per mettere in sicurezza il club e garantire la continuità aziendale, tradotto: restare in vita. Inoltre, la nuova proprietà fin dalla sua prima conferenza stampa ha parlato chiaramente di consolidamento della categoria, un anno di transizione in A (evitando la retrocessione) per poi alzare gradualmente l'asticella nelle stagioni successive, quando cioè, si spera, il Bologna potrà iniziare a camminare sulle proprie gambe evitando al chairman di immettere costantemente denaro. Uno scenario impensabile per qualsiasi imprenditore con un minimo di buon senso quello di spendere in doppia cifra di tasca propria per finanziare il club. Qualche entrata dovrà pur arrivare no? Se poi la nuova proprietà ha adottato la politica del non cedere i prezzi pregiati, capiamo come la musica, rispetto al passato, sia cambiata. Mi rammarico, invece, che a rosa incompleta qualcuno tenti azzardati paragoni con Guaraldi...