lo spunto

Non sarà una grande Italia, ma non possiamo rinnegare i colori azzurri

E’ tempo di vigilia anche per i ragazzi di Conte, partiti per la Francia tra tante critiche e poca considerazione. Attenzione però: quando l’Italia parte in seconda fascia di solito sorprende…

Manuel Minguzzi

Manca poco al debutto degli azzurri all’Europeo. Ogni due anni gli italiani si trasformano in c.t. ma anche in critici e antinazionalisti. Una parte di essi, trainati da convocazioni poco gradite, affermano di tifare contro la propria nazionale, ma in realtà è come rinnegassero se stessi. Sfido chiunque a non emozionarsi quando l’Italia scende in campo, parte l’inno nazionale e il pallone inizia a rotolare. Certo, le convocazioni sono sempre criticabili ma l’essere italiani no. Ecco allora che lunedì, come la stragrande maggioranza degli italici, tiferò per la Nazionale che mi rappresenta, perché non sono belga, irlandese o svedese, bensì orgogliosamente italiano.

Conte non piace? Sturaro men che meno? Sì, può essere, però c’è qualcosa che va oltre il nome dei protagonisti o la squadra di club per cui giocano, c’è un sentimento che prevarica antipatie o simpatie, c’è uno spirito di unione che fa gioire o soffrire tutti, indipendentemente dalla fede dei nostri colori calcistici: tutto questo rappresenta la nazione di cui facciamo parte. Se ragionassimo sempre da separati in casa, non tiferemmo nemmeno per il Bologna perché ci gioca un ex juventino come Giaccherini, e di sicuro non avremmo gioito nel 2006 quando una Nazionale, guidata da un allenatore bianconero per eccellenza, ha vinto un Mondiale. Sono ad ogni modo sicuro che una volta sancito il fischio d’inizio, una volta vista una Nazionale combattiva, gli italiani torneranno a tifare per i loro connazionali. Inoltre, se questa bistrattata Italia dovesse anche ottenere risultati, tutti torneranno sul carro dei vincitori.

Occorre dunque prestare attenzione, perché un’Italia che parte sotto traccia e con poca considerazione può innescare strani meccanismi. Ovvero un sentimento di reazione dei giocatori per dimostrare a tutti quanti che brocchi non sono. Poi c’è Conte, un allenatore in grado di tirare fuori motivazioni insperate a chiunque. Siamo sempre alle solite: tra critiche, anti-nazionalismo e prese in giro alla fine tutti accenderanno la tv o si recheranno in un pub per tifare Italia. Una squadra che spesso si desta…