lo spunto

Non è questo l’anno zero

Placati i bollenti spiriti visti in tribuna e in curva, è ora di guardare avanti, tentare – almeno a due giornate dalla fine con la possibilità di fare i playoff – di concentrarsi sul complesso generale e non agli...

Manuel Minguzzi

Sembra umanamente difficile mantenere unita questa piazza, perché molto probabilmente non si chiedeva solo l’arrivo di un proprietario che ripianasse in un amen un debito da quaranta milioni, ma anche che si dominasse e stravincesse il campionato. Parliamoci chiaro: qui si vuole sempre tutto subito e sono sicuro che se il Bologna al secondo anno di A non sarà in zona Champions pioveranno altre dure critiche. Non c’è pazienza, non c’è una visione comune delle cose e non c’è modo di placare i nostri animi perennemente in tumulto. Funziona così da tanto tempo, non si riesce ad avere una visione oggettiva delle cose, cioè a capire come in una stagione divisa a metà risulti complicatissimo trovare una quadra di tutti i problemi. Proprio in queste pieghe si è insinuata la critica: Fusco che fa le formazioni anche da fuori (Zuculini però è rimasto in panca e Troianiello non ha più giocato), Corvino che non è stato all’altezza (qualche giocatore che ha dato punti, per me, lo ha portato), Saputo che non decide, Tacopina puffarolo per via delle fideiussioni per concludere con Rossi che avrebbe dovuto in tre giorni rivoluzionare tutto. Pare che l’equilibrio non esista, comprendere come una stagione nata sotto cattivi auspici non potesse svoltare definitivamente con una nuova società costretta gestire, nel bene e nel male, qualcosa costruito da altri. Lo ripeto: l’anno zero sarà la stagione 2015/2016, la differenza sta tutta nel capire in quale categoria l’affronteremo.