lo spunto

Niente drammi, non sarà una partita a rovinare la stagione. Con la viola per il riscatto

Il calcio dimentica sempre troppo in fretta il passato. In città si respira un clima da tragedia greca per una sconfitta a Frosinone senza mezza squadra titolare, battuta d’arresto per altro immeritata e viziata da Gervasoni. Peccato che il...

Manuel Minguzzi

Il calcio dimentica sempre troppo in fretta il passato. In città si respira un clima da tragedia greca per una sconfitta a Frosinone senza mezza squadra titolare, battuta d'arresto per altro immeritata e viziata da Gervasoni. Peccato che il Bologna sia decimo (non quartultimo), navighi con dieci punti di vantaggio sulla zona retrocessione e sia riuscito a risollevarsi dall'ultima piazza, quando con Delio Rossi i punti erano 6 dopo 10 partite. Venivano dati per retrocessi, i rossoblù, i media nazionali parlavano di delusione Bologna e i tifosi stavano già pregustando il sapore amaro della sofferenza. Ricordate, ad esempio, quando Caressa disse in diretta tv durante la telecronaca di Bologna-Inter che il centrocampo del Bologna era impresentabile e troppo giovane? Chissà se adesso la pensa uguale. Questo concetto bene fa capire come le cose siano profondamente cambiate, come il Bologna - grazie a Donadoni - sia riuscito a trovare una propria chiara fisionomia e una incontrovertibile identità. Può allora una sconfitta a Frosinone in un delicato turno infrasettimanale cambiare radicalmente i giudizi sulla stagione disputata fino a qui? NO.

Certo, c'è delusione per una partita che il Bologna avrebbe tranquillamente potuto vincere anche con la versione B, ma a tutto c'è un limite. Ingiusto criticare anche solo di striscio un allenatore che ha risollevato una squadra destinata agli inferi, ingeneroso farlo dopo una striscia di risultati esaltante ed emozionante come da tempo non capitava, scorretto non pensare al fatto che un turnover fosse necessario analizzando la situazione contingente del Bologna. Giaccherini e Donsah non potevano essere rischiati, così come Destro che avrebbe rimediato solo calcioni. Ricordate? Rossi venne ferocemente criticato per aver forzato il ritorno di Giaccherini, ora non si può criticare Donadoni per averlo risparmiato. Abbiamo perso tre punti a Frosinone, ma quanti ne avremmo lasciati sul campo successivamente se Giaccherini si fosse infortunato?

Si è trattato dunque di un incidente di percorso, anche in parte provocato da un arbitro imperfetto che non può meritare - come si è letto nelle ultime ore - voti sufficienti sui vari organi di stampa. Non può un direttore di gara fischiare un corner e poi sanzionare un fallo a centro area senza concedere penalty, purtroppo per lui la palla era già in gioco. Strano poi che nessuno abbia praticamente menzionato questo episodio, il più grave di tutti, forse anche in maniera maggiore rispetto al metro arbitrale e ai cartellini gialli. Ma non sarà il Frosinone, non sarà Gervasoni, a fermare l'entusiasmo per un Bologna ritrovato. Prematuro, come ribadito più volte, parlare di Europa, non impossibile continuare a sognare la metà sinistra della classifica. Occorre solo ripartire, come il Bologna ha sempre fatto quando Donadoni è andato incontro ad una sconfitta.

A partire dalla Fiorentina, il Bologna dovrà dimostrare di poter assorbire scoppole dolorose, porgere altre guance e continuare a camminare a testa alta per quanto fatto fino adesso. Certo, mezza difesa fuori contro la viola sembra proprio chirurgia specifica, ma davanti i rossoblù ritroveranno Donsah, Giaccherini e Destro. Tre non da poco. La via più semplice sarebbe evitare drammi, continuare sul solco della tranquillità che Donadoni ha instaurato a Bologna. Se ogni volta in base ai risultati i nostri giudizi cambiano, si rischia di perdere il contatto con la realtà. La stessa che nemmeno il Bologna può smarrire: l'Europa non è pensabile, serve non fare il passo più lungo della gamba, concorrere con Empoli e Sassuolo forse sì.

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