lo spunto

Mal di trasferta e De Laurentiis, resettare tutto e pensare alla Samp

Bologna cornuto e mazziato a Napoli, sia per la sconfitta che per le inopinate parole del patron azzurro, ma non c’è il tempo per pensare a cose del tutto futili: c’è la Samp.

Manuel Minguzzi

Cinque partite ufficiali: tre vittorie in casa e due sconfitte in trasferta. 5 gol fatti al Dall’Ara (1 subito), 2 segnati e 8 subiti lontano da Bologna. Numeri, dati incontrovertibili sulla propensione del Bologna, anche per motivi di calendario, a fare meglio tra le mura amiche. Magari i dati cambieranno nel corso della stagione, ma per ora non siamo di fronte a supposizioni bensì ad un trend sufficientemente dimostrato dalle statistiche. Prendo, come ulteriore dato a conferma della tendenza, il numero dei falli: 18 totali in 2 partite fuori, di questi solo 6 al San Paolo. In sostanza, la squadra chiamata a salvarsi va a Napoli e chiude con meno falli rispetto alla rivale in lotta per lo scudetto. Di solito succede il contrario. Insomma, il Bologna non è ancora pronto ad un colpaccio, probabilmente per una latente mancanza di cattiveria lontano dal pubblico amico. Non sono percezioni assolute, magari a Milano il Bfc migliorerà in tal senso, una trasferta in cui in questo momento è lecito aspettarsi tutto. L’Inter può battere la Juve e perdere contro sconosciuti israeliani. Vedremo, quel che più conta è che nonostante la sconfitta il Bologna è uscito a testa alta dal San Paolo.

Non si può dire lo stesso del patron De Laurentiis. La sua uscita relativa alla ‘minuzzaglia’ che gira in Serie A non meriterebbe commenti, se non specificare quanto segue: nonostante i buoni risultati i tifosi sono imbufaliti contro il presidente, i prezzi dicono 40 euro in curva per le partite di Champions, la struttura del San Paolo è una delle peggiori di tutta la Serie A e se il dato abbonati del Napoli recita 5mila non è certo colpa di coloro che vengono in trasferta a giocare in uno stadio che di Serie A ha poco. Il presidente si faccia delle domande sulla sua gestione, ed eviti di parlare di minuzzaglia in assenza di conoscenze storiche sul calcio. Ci sarebbe poi il capitolo Superlega. Ora, fermo restando che l’attuale Champions non fa altro che amplificare la differenza tra top club e tutto il resto – in tal senso Raiola ha ragione, ogni anno la Uefa arricchisce le casse delle big grazie alle coppe europee – per creare un supercampionato europeo è necessario innanzitutto stabilire regole chiare e precise. Quali sono i criteri di qualificazione alla Superlega? Conta la storia, contano i risultati attuali, conta la virtuosa gestione delle società o i bilanci? Ci dica De Laurentiis quali bilanci della Serie A possono essere definiti in ordine se si esclude quello della Juve e di poche altre. L’Inter deve perennemente tenere un occhio al fair play finanziario, Berlusconi ha smesso di investire pesantemente nel Milan per via dei troppi debiti, la Roma è costretta a barcamenarsi tra cessioni e acquisti e si potrebbe continuare. In secondo luogo, la Superlega Europea andrebbe a sostituire solo la Champions o anche i campionati nazionali? In questo secondo caso le varie leghe non diventerebbero solo una casa abitata da club di seconda fascia con poco appeal? Chi li venderebbe i diritti televisivi di un campionato così costruito? Se De Laurentiis vuole evitare quella che lui definisce ‘minuzzaglia’ agisca in Lega affinché si vada in una direzione chiara: una distribuzione più equa delle risorse tra tutte le squadre di Serie A. E se per minuzzaglia si intende la famiglia 388esima al mondo per ricchezza, allora forse l’istrionico Adl ha perso ogni contatto con la realtà.

Dato forse troppo spazio a dichiarazioni provocatorie e prive di qualsiasi ragionamento funzionale al calcio, con la speranza che il Bologna, con classe, abbia chiamato verso Napoli…occorre riportare la concentrazione sul presente. E’ già tempo di Bologna-Sampdoria, una partita non facile per i rossoblù contro una squadra in forma anche se reduce da due sconfitte consecutive. Muriel fa paura, l’organizzazione di Giampaolo è la stessa che a dicembre stese il Bologna dalla panca dell’Empoli, insomma, qualche apprensione c’è e continuare a muovere la classifica è oltremodo importante. Quella che vediamo oggi sotto agli occhi è una classifica molto corta in cui anche un punto può essere utile e funzionale alla causa. E il Bologna deve mettere in mostra la cattiveria che di solito hanno le squadre in lotta per la salvezza, perché fino a che non arriveremo a 40 non potremo avere altri pensieri in testa che metterne tre alle nostre spalle. E se il Bologna farà del Dall’Ara la sua dimora salvezza, il pubblico potrà divertirsi, gioire, sentirsi partecipe dei successi rossoblù. Non sarebbe poi così male.