lo spunto

La dura vita del chairman. E su Rossi che si fa?

Mi sono un attimo immedesimato in Joey Saputo, colui che a suon di aumenti di capitale ha salvato la pellaccia al Bologna. Sai, copri i buchi di bilancio, investi 30 milioni per la squadra e la vedi perdere due volte nel giro di quattro...

Manuel Minguzzi

Mi sono un attimo immedesimato in Joey Saputo, colui che a suon di aumenti di capitale ha salvato la pellaccia al Bologna. Sai, copri i buchi di bilancio, investi 30 milioni per la squadra e la vedi perdere due volte nel giro di quattro giorni…Ecco, la situazione mette di cattivo umore, ne siamo certi. Ora, mentre qualcuno ancora si prodiga a rispolverare la teoria del 'Saputo che porta sfiga', il chairman continua a ricevere poche soddisfazioni da una delle squadre che governa. Sfortunatamente è quella europea, perché gli Impact nel weekend hanno vinto con due gol di Drogba, reti che Saputo non ha potuto ammirare dal suo 'Stade' perché sperava di vederne due di Destro al Dall'Ara. Invece ne sono arrivati quattro alle spalle di Mirante nel giro di 180 minuti. Alle 17.01 del 28 settembre, tutto è in discussione. Saputo porta sfortuna, la società è allo sbando, Rossi non sa più allenare, Corvino non sa più dirigere e la squadra è di livello imbarazzante. Buttiamo tutto nel cestino, rinunciamo a giocare le restanti trenta partite di Serie A e prepariamoci già alla prossima Serie B, in fin dei conti, se ha pronunciato parole simili il ds del Carpi Sogliano per via di alcuni arbitraggi discutibili possiamo farlo anche noi, no? Oppure lottiamo, ci proviamo cercando di adottare le giuste contromisure? Dico la seconda, a meno che non si neghi che c'è anche l'arbitraggio discutibile di Gervasoni tra le cause della sconfitta di ieri. Premessa, tanti demeriti del Bologna, ma la gestione del direttore di gara ha condizionato l'andamento del match. Netto sbilanciamento dei cartellini gialli per larga parte della partita, un aspetto che ha limitato tantissimo l'aggressività di una squadra, anche se questa presenta una condizione fisica ancora deficitaria. Se limiti i giovani con cartellini gialli fiscalissimi, è chiaro che inizieranno a giocare con più prudenza e più paura, arretrando inevitabilmente il baricentro per il terrore di raggiungere il secondo giallo.

Non solo, ci sono due falli di mano netti non visti, episodi molto più gravi del fuorigioco non segnalato, aspetto che porta con sé due cause: i pochi millimetri con cui Badu è in offside (difficili da vedere) e l'errore della difesa di salire a palla scoperta. Inoltre, il campione statistico di partite del Bologna arbitrate da Gervasoni parla chiaro: 7 sconfitte su 9 incontri. Possiamo chiudere qui il discorso.

Lo riapro invece sulla fiducia dell'opinione pubblica nei confronti di questa squadra. I risultati sono negativi, l'allenatore probabilmente ha commesso errori (anche gravi) in questa prima fase, la squadra non convince e pecca dei soliti svarioni di gioventù, anche se quello più grave lo ha commesso il più esperto di tutti. C'è chi dice che già dalle prime tornate di luglio si fosse capita l'antifona, peccato che a Castelrotto Rossi avesse a disposizione meno di mezza squadra. Chi ci ha capito è stato bravo...Detto questo, è tutto da buttare? No. Ci sono gli infortuni, le assenze forzate, una squadra che realmente non è completa neanche oggi. Forse qualche acquisto non è stato azzeccato: Mbaye è sparito, il diciottenne Diawara ha soffiato il posto all'Under 21 Crisetig, ma la curiosità di vedere questa rosa a pieno regime c'è ancora tutta. Perché il Bologna non ha demeritato, ha perso una partita che stava controllando e, tutto sommato, giocando discretamente. Ma il calcio è frenetico, impone risultati, la pazienza è una parola che non trova diritto di cittadinanza. Di conseguenza, Rossi sarebbe da cacciare, subito, senza aspettare neanche una partita in più. Se manca la fiducia nei suoi confronti, e qualche spiffero su questo pare esserci, attendere non ha senso. C'è la Juve, poi la sosta, un calendario ideale se dietro c'è l'idea di cacciare un allenatore. Fare risultato allo Stadium, con una Juve ancora a secco di vittorie in casa, è impresa all'apparenza impossibile e perdere la settima su otto partite ufficiali la giustificazione perfetta per prendere la fatale decisione. Le due settimane a disposizione dell'eventuale nuovo mister sarebbero troppo ghiotte per non essere sfruttate. Così il destino di Rossi appare segnato, ma se si opta per un cambio di guida tecnica poi subentra la necessità di non sbagliare la scelta del sostituto. Tra il lotto di nomi, che parte dal sogno Montella all'incubo Mazzarri, passando per l'inedito Corini, ne cito due che il Bologna non può lasciarsi sfuggire se non vuole ritrovarsi nella condizione futura (magari tra dieci partite) di dover cambiare mister avendo perso tutte le alternative credibili e libere ora sul mercato. Perché a Carpi Castori ha salutato (arriva Sannino), Colantuono si è salvato ma potrebbe non farcela in futuro, Mandorlini a un piede e mezzo sull'uscio e Iachini ha un datore di lavoro che rappresenta una certezza in termini di esonero. Sottopongo le mie due candidature, anche se la speranza di godere domenica c'è eccome: Donadoni e Guidolin. Il primo ha già allenato in condizioni difficili, è bravo con i giovani, riesce a mantenere calma ed equilibrio nell'ambiente e le sue capacità come tecnico non sono in discussione (non dimentichiamoci che Donadoni è stato c.t. della Nazionale). Il secondo ha sviluppato alla grande il progetto Udinese degli ultimi anni, coltivando i giovani, facendoli rendere e ottenendo allo stesso tempo risultati importanti. Inoltre, il pubblico del Friuli si è divertito. Certo, può non essere ben visto a Bologna, ma se vogliamo intraprendere la strada già percorsa dai Pozzo, forse sarebbe bene affidarsi a chi a contribuito a rendere l'Udinese una società virtuosa. Il quadro è completo, ma l'eventuale esonero di Rossi sarebbe un fallimento, per Corvino che ha puntato su di lui e per Saputo che da buon proprietario si è fidato dei suoi dirigenti. In questo caso, tra Corvino, Di Vaio e Fenucci, le voci sono concordanti sulla gestione tecnica o qualche divergenza inizia fare capolino? Sicuri che davvero il direttore sportivo apprezzi l'operato dell'allenatore? Inoltre, concedere un'altra settimana di tempo al mister, chiamato a giocarsi la panchina a Torino in una gara proibitiva, significa quasi certamente garantirgli l'esonero tra sette giorni. Prolungare una probabile agonia. E' una situazione delicata, dalla quale si esce solo con un filotto di scelte strategiche azzeccate. Sbagliare non è più concesso.