lo spunto

La discoteca per ravvivare lo spirito agonistico

Un errore grossolano e stupido ha posto 4 rossoblù sulla gogna mediatica, ma proprio da questo può nascere il riscatto

Manuel Minguzzi

Mancava solo la scritta ‘wanted’ sotto la foto dei quattro giocatori del Bologna reduci da una serata in discoteca mercoledì 8 marzo in occasione della festa della donna. Chiunque li abbia visti lo segnali e avrà la sua ricompensa. Gli sceriffi di Casteldebole, in realtà, hanno già avviato e concluso le indagini: colpevoli. Multa per i 4 desaparecidos nottambuli, più una sciagurata ipotesi panchina punitiva a Reggio. Ora, non è tanto l’essere andati in discoteca con un allenamento fissato la mattina successiva ha condannare i 4 dell’Ave Maria, ma il fatto di essersi completamente dimenticati della situazione difficile che l’ambiente vive per i risultati deludenti della squadra e dello sciopero del tifo indetto per il Mapei Stadium. Andare in discoteca ora equivale al Presidente del Consiglio che si alza lo stipendio in piena crisi economica, a livello mediatico si diventa il bersaglio degli improperi della piazza.

Inutile girarci attorno, l’errore commesso è di gravità assoluta e in questo caso la società deve assolutamente avere il pugno di ferro, in modo tale che la sanzione sia da esempio a tutti gli altri. Una società forte non permette che i suoi tesserati si comportino in modo così superficiale e in questo caso il classico ‘abbassiamo i toni’ pronunciato da Di Vaio stride con il sentore popolare, che si aspetta una punizione esemplare. A volte, anche in pubblico si può condannare il comportamento di un calciatore, almeno per far capire ai tifosi che il Bologna non fa passare in cavalleria eventuali comportamenti non in linea con la professionalità del caso.

In conclusione, fatte le dovute critiche a giocatori e dirigenza, si provi a guardare avanti e sfruttare l’accaduto per reagire e trovare quelle motivazioni che mancano da un po’. Come? Schierando i 4 giocatori, o almeno 3 di essi visto che Viviani e Pulgar ricoprono lo stesso ruolo, domenica a Reggio Emilia. A questa squadra manca una scintilla, furore agonistico, c’è la sensazione che le vacanze abbiano fatto capolino con mesi di anticipo, e allora non c’è niente di meglio che un pubblico processo per risvegliare l’orgoglio ferito dei calciatori. Se fossi uno di questi sfortunati protagonisti farei di tutto al Mapei Stadium per dimostrare al plotone d’esecuzione mediatico che il mio status di giocatore protagonista non è in discussione. Se si vuol placare le polemiche bisogna reagire sul campo da uomini. Per zittire tutti quanti si scenda in campo domenica con quell’ardore che recentemente non si è visto, dimostrando a tutti che da un errore possono nascere opportunità di crescita e maturazione. Una bella prestazione contro il Sassuolo farà dimenticare a tutti quanti questa fastidiosa disavventura, perché se neanche questo episodio produrrà una reazione allora la stagione sarà destinata a chiudere nel peggiore dei modi. Evitiamo la catastrofe...