lo spunto

In un’altra vita

Rossoblù umiliati da un Milan in nove: sconfitta ancor più bruciante rispetto a sabato. Evidentemente i tifosi rossoblù scontano un'altra vita da killer spietati

Manuel Minguzzi

I tifosi del Bologna probabilmente stanno scontando le malefatte commesse in un'altra vita o in un'altra dimensione. Altrimenti non si può spiegare la sequenza di sfighe che accompagna chi assiste alle gare del Bologna al Dall'Ara. Dopo sette pere - si, abbandono termini giornalistici - arriva la sconfitta al 90' in doppia superiorità numerica. Sì, perché il cecchino non è stato Doveri, bensì il Bologna stesso, che con una rivoltella in mano si è suicidato. Abbiamo parlato per quattro giorni dell'arbitro, dimenticandoci di parlare di un Bologna che ormai è preda dei fantasmi. E se non segna nemmeno in undici contro nove il trend diventa sul serio negativo.

Ma non è tanto l'analisi tecnica che preme in questo momento, quanto la figura di melma, ancora peggiore rispetto a sabato scorso. Sette gol contro un Napoli straripante possono anche trovare una minima giustificazione, ma una sconfitta in doppia superiorità contro una squadra decimanta no. Sui social è un continuo sbeffeggio da parte di tutti i tifosi d'Italia e di ogni fede calcistica. Milanisti, juventini ecc...Solo pernacchie per i rossoblù. E allora sì, diventa dura trovare appigli, difendere a spada tratta una squadra che aveva un'anima ora smarrita e che è pure oggetto di scherno. Diventare gli zimbelli della Serie A, pur con una salvezza alla portata, non è bello, e il Bologna c'è riuscito due volte di fila.

A fine partita il tecnico Donadoni sale sul banco degli imputati, ammette di essere il principale responsabile della sconfitta: per la prima volta arriva un mea culpa, anche perché la tesi arbitrale stavolta non sussiste. Donadoni giustamente attira su di sè le critiche per non sotterrare di pressione una squadra impaurita da se stessa ancora prima che dagli avversari. Chiede clima positivo, ma è impossibile contenere la rabbia di chi paga il biglietto e va al freddo. Ha ragione Da Costa: i ragazzi devono guardarsi allo specchio e uscire da questo momento complicato da uomini prima che da giocatori. Solo così si può risalire. Ai tifosi del Bfc resta l'amarezza del #maiunagioia anche quando l'arbitro fa il suo dovere. Forse in un'altra vita siamo stati tutti dei killer e ora scontiamo delle pene di cui non abbiamo memoria. E probabilmente in un'altra vita il Bologna sarà stata la squadra più vincente e fortunata d'Italia mentre noi stiamo vivendo un surrogato. A mente calda non ho altre spiegazioni.

tutte le notizie di