lo spunto

In sedici anni è cambiato il mondo

Era il 20 aprile 1999 quando un quattordicenne adolescente bolognese ammirava – dalla tribuna laterale – la semifinale di Coppa Uefa tra Bologna e Olympique Marsiglia. Alla mia sinistra i vip, alla mia destra i marsigliesi. Ci...

Manuel Minguzzi

Ritornando a sedici anni fa invece, si nota immediatamente una cosa: la potenza di Bologna in Europa. Nei due sport più praticati nel vecchio continente, la nostra città schierava tre formazioni ai vertici che si contendevano (e a volte vincevano) i trofei più importanti. A ripensarci ora sembra passato un secolo, invece sono relativamente pochi gli anni da quando Bologna riusciva pienamente ad esprimere il proprio potenziale. Bologna Caput mundi. Invece ora come siamo ridotti? Che la Fortitudo dopo la gestione Seragnoli ha vissuto una serie di scossoni societari tali da tramortire un toro - tutto questo ha portato la Effe sostanzialmente in terza serie - la Virtus è stata salvata in extremis dalla sparizione, riuscendo a ripartire grazie a Castelmaggiore esattamente come tanti anni prima fecero i cugini con Sant’Agostino, e il Bologna ha rischiato per due volte di fallire nel giro di cinque anni. Siamo passati da avere tre squadre in semifinale in Europa ad averne una a stento nei playoff in Italia, una che cerca di risalire in Lega Due e il Bologna alle prese con una Serie B dura da sconfiggere. Gli anni duemila sono stati dunque deleteri per questa città che ha visto progressivamente perdere il suo prestigio tra la crisi economica e la decadenza culturale. Un mix micidiale per azzoppare un connubio vincente tra tradizione, innovazione e idee. Nel Bologna Calcio almeno il vento sembra cambiato, Saputo ci sta provando, bisogna dirlo, cercando di coinvolgere le potenze cittadine che sono sopravvisute alle difficoltà di questi anni. Non è detto basti, perché da solo lo sport non può risollevare le sorti di una intera città anche se l’arrivo di nuovi investimenti dall’estero è sicuramente un aspetto positivo. Soprattutto ci sarà modo di far girare denaro e idee, le basi per rilanciare una città attanagliata dai suoi continui errori. Purtroppo il gap che si è creato con gli anni novanta sarà durissimo da colmare, si spera che le cose possano cambiare radicalmente ma temo che ci vorrà tempo e pazienza. Chissà se tra qualche anno (decennio) riusciremo a rivivere quei momenti, per adesso sarebbe già molto riavere tutte e tre le squadre professionistiche di Bologna in Serie A. Sarebbe quantomeno un buon inizio.