lo spunto

I giorni caldi di Saputo: tre punti da chiarire per il futuro del Bfc

Donadoni, stadio e mercato: il ritorno di Saputo presenta un'agenda piena di questioni da chiarire. E una Pasqua sorridente può trasformarsi in un Natale ritardato

Manuel Minguzzi

Joey Saputo tornerà in città, mai come ora il ritorno del chairman è atteso come l'ultimo modello di I-phone. Sembrano quasi tutti in fila a Casteldebole con le brandine per aspettare l'apertura dei cancelli e l'arrivo del canadese, colui che ci mette i 'baiuc'. Tre le questioni da risolvere, o da chiarire, fate voi.

La prima: Roberto Donadoni. Chi vi scrive è convinto che il mister resterà, la tentazione nazionale non fa poi tanto breccia - non per una sorta di nuovo snobismo verso la maglia azzurra, ma per una questione di pura realtà professionale - mentre quella milanista è infarcita di incognite che al tecnico non piacciono. Non è un Milan razionale, lungimirante, furbo nelle sue scelte. Si vive sul dualismo Barbara-Galliani, con il sempre presente Berlusconi a prendersi carico dell'ultima parola. Il problema è che il terzetto tende a vedere le cose in modo diverso, e in mezzo al tritacarne ci finisce immancabilmente l'allenatore di turno. Saputo non deve fare altro che illustrare al mister i propri piani per il futuro, far presente al tecnico se c'è una possibilità di rendere il Bologna grande nelle prossime due stagioni o se l'esborso obbligherà il club ad una crescita più diluita e graduale. Ad ogni modo, Corvino ha detto chiaro e tondo che Donadoni resta, non male per un direttore sportivo dato in uscita in favore di Sabatini. E comunque, si possono riprendere le parole di Ulivieri al Corriere di Bologna: "I contratti si rispettano, a me arrivò una chiamata dalla Fiorentina ma Gazzoni disse no". Chiaro?

Seconda questione: il Dall'Ara. I documenti sono al Ministero, il comitato che li sta analizzando non ha potere decisionale, può solo fornire la propria visione delle cose, dare un parere sulla fattibilità del restyling. A decidere sarà la Sovrintendenza, ma nel caso arrivasse un report positivo dal Ministero difficilmente le due entità potranno scontrarsi. Evidentemente, per la portata e l'importanza del progetto, la Sovrintendenza ha voluto tutelarsi ascoltando un parere terzo. Un responso positivo da Roma spalancherebbe le porte ad uno altrettanto positivo a Bologna. Il tutto dovrebbe comunque risolversi entro marzo, in modo tale che il club possa decidere se continuare o no e, eventualmente, optare per il via ai lavori in estate (oltre a capire se la squadra potrà continuare a giocare all'interno dell'impianto). Sensazioni? Positive. Il club vuole dotare la platea di uno stadio confortevole, il Comune non può rischiare di perdere il calcio all'interno del Dall'Ara. Un impianto totalmente nuovo renderebbe l'impianto di via Andrea Costa un mostro in decadenza e abbandonato al suo destino. Una destinazione diversa dal calcio non pare possibile.

Terza questione: il mercato. La primavera è la stagione della programmazione, e proprio perché il Bologna è arrivato tardi in Serie A lo scorso anno, nel 2016 ha il notevole vantaggio di aver incamerato in anticipo la salvezza e, di conseguenza, programmare con calma e dovizia di particolari la prossima stagione. Serve stabilire budget, prospettive, possibili obiettivi. Gira voce che Corvino sia già alacremente al lavoro sul mercato, con un paio di colpi in canna di ottimo livello per le ambizioni del Bologna. Sarebbe l'ennesimo segnale non solo della prosecuzione del matrimonio tra Corvino e il Bologna ma anche quello di un futuro sempre più luminoso. Questi ultimi aspetti sono magari quelli che cerca (e ha sempre cercato) Donadoni nella sua nuova avventura. Si avvicina Pasqua, ma per Saputo potrebbe essere il tempo dei regali. Mercato, Donadoni e stadio, tre pacchetti da scartare per tutto il tifo rossoblù.

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