lo spunto

Dimentichiamo il turnover, oggi tocca ai big trascinare la squadra

Il turnover s’ha da fare o non s’ha da fare? Non lo sapremo mai. Di sicuro Donadoni ci ha provato e gli è andata male a Frosinone, forse non per via delle sue scelte ma a causa di una serie di episodi che sono stati ampiamente...

Manuel Minguzzi

Il turnover s'ha da fare o non s'ha da fare? Non lo sapremo mai. Di sicuro Donadoni ci ha provato e gli è andata male a Frosinone, forse non per via delle sue scelte ma a causa di una serie di episodi che sono stati ampiamente sviscerati nelle ultime ore. Adesso però è arrivato il momento di mettersi alle spalle il Matusa, piantarla di pensare a quello che è stato e iniziare a pensare a quello che sarà. C'è la Fiorentina, una partita delicata, dai contorni nitidi ma che potrebbero riflettere una immagine distorta del Bologna. La rosa è competitiva, ampiamente adeguata all'obiettivo stagionale della società, proprio per questo non serve fasciarsi la testa per una sconfitta immeritata su un campo difficile. Non servirebbe farlo nemmeno se il Bologna perdesse oggi...

Mettiamola così: Donadoni ha provato a risparmiare qualche giocatore, preservandolo da imminenti infortuni, ma ha perso la partita e con essa due difensori per qualifica e altrettanti per infortunio. Fuori più di mezza difesa, e meno male che Maietta è tornato tra i convocati. Emergenza totale, il turno infrasettimanale si è fatto sentire. Chissà cosa sarebbe successo se avessero giocato pure Giaccherini, Destro e Donsah, forse è stata evitata una ecatombe se si considera la sfortuna che ha colpito il Bologna. E' andata così, inutile piangersi addosso e pensare a chi non c'è: oggi si gioca e occorre fare di necessità virtù. Ovvero credere e sostenere coloro che andranno in campo. A partire da Da Costa, che si porta dietro anche un alleato in più: le traverse.

Inutile nascondersi, sarà una gara complicata, più del previsto considerate le assenze e alla fine il tecnico si ritrova proprio nella situazione che avrebbe voluto evitare. Poco importa in realtà, non si torna più indietro ed è giusto che la squadra trovi le energie fisiche e mentali per reagire ad un momento sfortunato. Ha detto giusto il mister: 'E' nei momenti di difficoltà che deve venire fuori la forza del gruppo'. Ecco allora che preoccuparsi non ha senso, perché i ragazzi sono uniti, lottano, si aiutano, vivono come un'unica entità il loro essere squadra; è per questo che oggi giocheranno al limite delle loro possibilità. Daranno tutto, reagiranno alla sfortuna e agli eventi, ci proveranno cercando di trovare energie insperate e nascoste. Non occorre preoccuparsi perché anche la Fiorentina affronterà la terza partita in una settimana, la stanchezza farà capolino esattamente come gli altri, l'unica differenza è che Sousa ha trovato la magia di Zarate contro il Carpi, mentre Donadoni l'inadeguatezza di Gervasoni e l'ingenuità di Oikonomou.

All'apparenza il Bologna sembrerebbe spacciato, soprattutto contro un attacco di qualità come quello della viola. In realtà, penso sempre che nel calcio la differenza possano farla gli attributi. Qui entrano in gioco i big del Bologna, quei giocatori, esperti o carismatici, che posso trascinare la squadra fuori dalla secca. Tocca a Giaccherini, Destro e Gastaldello, farsi carico della rinascita, o meglio, della reazione al momento di difficoltà. Tocca ai leader dello spogliatoio trainare il resto della truppa in una partita complicata ma non impossibile, difficile ma non persa. E poi, di fronte ci sarà una Fiorentina comunque rimaneggiata, perché la fatica e gli infortuni colpiscono tutti. Fuori Alonso (colpo di fortuna, il duello con Mbaye...), Tino Costa e Badelj, Sousa dovrà arretrare Borja Valero, lanciando Zarate nei due dietro a Kalinic. Considerando anche la difesa non irreprensibile della viola e quella rimaneggiata dei rossoblù, la partita potrebbe presentare occasioni e gol da una parte e dall'altra. La differenza potrebbero farla il centrocampo e l'attacco, con Diawara, Donsah, Giaccherini e Destro il Bologna non è messo poi così male. Giochiamocela.