lo spunto

Diawara da cedere subito, ma la società ha diritto a fissare un prezzo di vendita

Il Bologna non può perdere la possibilità di monetizzare la cessione di Diawara. Il caso poteva essere gestito meglio?

Manuel Minguzzi

Scoppia il caso Diawara e i tifosi si dividono, o meglio, condannano il comportamento del giocatore e nel calderone della polemica ci finisce anche la società per non aver gestito bene la situazione. Ma l'accusa è fondata? Se è vero che il Bologna ha offerto l'adeguamento al giocatore, allora Amadou e il suo entourage hanno decisamente esagerato. Nemmeno Ramirez è stato così capriccioso. L'unico motivo per una tale reazione potrebbe derivare da una promessa di cessione fatta dal Bologna al giocatore ma non ancora portata a termine. Supposizione, per ora. Ecco allora che a fronte di una proposta di adeguamento, il Bologna si è sentito in diritto di fissare un prezzo di cessione che non svalutasse il potenziale di Amadou. Se il Bologna pretende 15 milioni e ha alle spalle la forza economica per resistere, per quale motivo avrebbe dovuto cederlo a 8 milioni? Un'altra cosa stride: il parallelo con la gestione Guaraldi. Un Bologna povero, indebitato e privo di ossigeno monetario, non aveva la forza per contrastare le bizze dei propri tesserati. Questi si sentivano in dovere di pretendere, i procuratori assaltavano la diligenza tanto non era possibile per la società trattenere un giocatore. Piraino la mette giù dura? Si cede Diawara anche sotto prezzo perché non è possibile forzare la mano e rischiare di ritrovarsi senza plusavalenza. Peccato che con Saputo questo concetto non valga più, il club non ha il cappio al collo e i procuratori non possono di certo minacciare di fare il nodo. Da qui lo scontro.

Probabilmente il Bologna avrebbe dovuto affrontare la situazione con anticipo, fin dal cambio di procuratore che qualche segnale di tensione lo aveva mandato. E' questa l'unica pecca societaria, e c'è anche da sottolineare il fatto che nel momento caldo dei rinnovi e degli adeguamenti il Bologna si è ritrovato senza Ds. Ormai è andata, adesso occorre solo guardare avanti. Cosa dovrebbe fare dunque il Bologna? Innanzitutto multare Diawara per il comportamento poco professionale, secondo mettersi al lavoro per cederlo ad una buona cifra senza troppi sconti. Si potrebbe usare il pugno duro, lasciarlo fuori rosa per un anno e bloccargli un pezzo di carriera, ma considerate le operazioni offensive che il club è chiamato a fare, perdere una plusavalenza del genere non sarebbe un bene. Il Bologna non deve privarsi della possibilità di monetizzare la cessione di un calciatore che qui non potrà più indossare la maglia del Bologna. La rottura è ormai totale, anche scuse sentite e commoventi non cancellerebbero tutta la querelle di queste settimane. Perché nelle cose rotte una crepa rimane sempre. Diawara non può più indossare questa maglia, il club può decidere di trattenerlo fuori rosa nel momento in cui considera il mercato in entrata concluso, se invece in pentola bolle ancora qualche operazione segreta per il mese agosto, incassare una bella cifra può essere fondamentale. Ad ogni modo, capirei benissimo se Saputo decidesse di essere intransigente; può permetterselo a differenza di Guaraldi.