lo spunto

Destini incrociati

Mihajlovic, Donadoni e Destro: gli intrecci tra Milan e Bologna

Manuel Minguzzi

Donadoni torna a San Siro da allenatore del Bologna, lui che da giocatore ha allietato le domeniche pomeriggio dei tifosi rossoneri ammirati dalle gesta dei Milan di Sacchi e Capello. Dall’altra parte del campo, da avversario allenatore, Sinisa Mihajlovic, proprio lui che ha iniziato la sua carriera in panchina sotto le Due Torri. Un’avventura terminata con un esonero, ma col senno di poi decisiva per il suo futuro e per quello del Bologna, serio candidato alla retrocessione in quella incredibile stagione 2008-2009.

Il Milan di Sinisa rappresenta un crocevia ambivalente anche per Mattia Destro che ha indossato la maglia rossonera per cinque mesi, da gennaio e giugno del 2015, preceduto da altri due ex d’onore come Baggio e Gilardino. Dieci presenze e due gol per l’attaccante numero 10 che forse vedrà anche in questa sfida, come è stato contro la Roma, un’occasione unica di rivincita, una rara opportunità di giocarsela al 100% e dimostrare che anche Inzaghi, come Garcia, si è sbagliato sul suo conto. Senza dubbio, si tratterà di una partita rovente, a dispetto delle temperature artiche che spazzeranno via lo smog sulla città della Madonnina e metteranno i giocatori in condizioni di gioco a tutt’altro che confortevoli.

In tutto ciò, mercoledì le due squadre dovranno fare i conti con una ripresa per entrambi sofferta, con un Mihajlovic in costante ricerca di conferme (la vittoria contro il Frosinone ha regalato al mister piccolo regalo sotto l’albero) e un Donadoni che ha bisogno di trovare più di un punto nella calza della Befana dopo la sconfitta subita con l’Empoli. Sia il Bologna che il Milan hanno inoltre urgente bisogno di fare cassa cedendo il pesante fardello degli esuberi che rappresentano l’ostacolo più grande alla campagna acquisti di gennaio: sono almeno sette i giocatori a cui l’A.D. Galliani farebbe volentieri la valigia, e altrettanti i rossoblù in uscita che darebbero un po’ di sollievo al portafoglio di Saputo e garantirebbero una maggiore libertà di movimento per Corvino.

Con il calciomercato alle porte, sarà difficile per i due Club pensare solo al campo: anche la minima tensione negli spogliatoi potrebbe vanificare gli sforzi e le energie spese durante la pausa natalizia. Donnarumma ha rimpiazzato un Diego Lopez da cedere a titolo praticamente gratuito, ballerini in difesa anche Zapata e Mexes, a centro campo c’è incertezza per Nocerino mentre attacco si parla di cessioni per De Jong e Cerci, vagliato anche dal Bologna. Fra le coppie al sicuro, c’è quella di Alex-Romagnoli, con il difensore brasiliano che ha segnato contro il Frosinone nell’ultimo match del 2015 e che ha trovato nel temperamento duro ed esigente di Sinisa gli stimoli necessari a dare il meglio di sé. Trovano conferma Bacca, Adriano e Honda con il possibile rientro di Balotelli fra i convocati. Insomma, al netto dei risultati, il Milan che dovremo affrontare a San Siro mercoledì non è certo la squadra di Gattuso, che non a caso ha dichiarato di recente che i giovani dopo 6 mesi vengono ceduti in prestito e si punta su un allenatore giovane salvo cambiare immediatamente idea. Non è più il Milan virtuoso di una volta.

Parliamoci chiaro, nelle epoche d’oro dei Milan di Sacchi, Capello e Ancelotti saremmo andati a Milano da vittime sacrificali, ma ora, seppur con qualche assenza di troppo, la speranza di fare risultato c’è eccome. E a proposito di destini incrociati, conoscendo la vendetta dell’ex che esibisce sempre Destro, alla lista delle prodezze balistiche di Mattia manca proprio il Milan. E poi c’è Donadoni, che forse intimamente conserva il desiderio, un giorno, di guidare i rossoneri dalla panchina. A meno che i rossoblù non diventino, a stretto giro di posta, la sua big.

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