lo spunto

D-Day

Erano in 500 ad accogliere Mattia Destro in stazione, una folla adorante, festante, al cospetto del bomber designato della squadra, il giocatore corteggiato e trattato per tre settimane in quella che è stata un’attesa spasmodica. Lo avevo...

Manuel Minguzzi

Erano in 500 ad accogliere Mattia Destro in stazione, una folla adorante, festante, al cospetto del bomber designato della squadra, il giocatore corteggiato e trattato per tre settimane in quella che è stata un’attesa spasmodica. Lo avevo scritto: attenzione alle troppe aspettative. Responsabilizzare Destro come neanche fu con Di Vaio, sarebbe potuto diventare un boomerang non indifferente. Anche perché Marco arrivò qui con l’etichetta del giocatore a fine carriera da rilanciare, non c’erano tante aspettative: a Genova giocava poco e fuori ruolo, se Arrigoni fosse riuscito nell’intento bene, altrimenti ci avrebbe pensato il Conte Max Massimo Marazzina, il bomber della promozione. Di Vaio arrivò abbastanza a fari spenti, si rivelò l’acquisto più determinante della storia recente del Bologna. La situazione di Destro è opposta, ha perso forse un po’ di appeal nell’ultimo anno ma l’ex Roma è stato considerato da tutti un acquisto di peso per questo Bologna, l’elemento fondante su cui si basa il progetto tecnico di rilancio de club rossoblù. Di Vaio era dato per finito, Destro è invece il top player del Bfc. Questa attenzione mediatica, entusiastica certo, ma anche eccessiva, ha portato tutti a pensare che Mattia sarebbe venuto qui segnando una doppietta ad ogni match. Un attaccante cecchino che al solo respirare l’aria di Bologna sarebbe rinato. Nessuno ha pensato al contorno, al fatto che la prima punta nella maggioranza dei casi va servita e inserita negli schemi, assistita, supportata. Non ci si è posti il problema che la costruzione ritardataria della rosa e gli infortuni avrebbero potuto causare limiti alla vena realizzativa di Destro. Anche perché Mattia, seppur forte, non è di certo quella punta che può saltare tre difensori e segnare. Troppo abituati a Di Vaio, Signori, Baggio, abbiamo erroneamente traslato quelle qualità sul “povero” Mattia, tarando le nostre aspettative su standard diversi da quelli reali. Non per forza troppo alti, differenti come caratteristiche a come abbiamo immaginato le prestazioni di Destro in maglia rossoblù.

Ieri Destro ha segnato due reti nell’amichevole contro la Primavera, marcature che per ora non prenderanno posto nei tabellini ufficiali, negli annali che la storia non cancellerà ma conserverà come preziose statistiche da rimembrare quando, scorrendo la lista degli attaccanti più prolifici, forse troveremo anche lui. Ma i gol contro i giovincelli non rivalutano le sorti di un attaccante, anzi, lo rendono forse ancora più esposto alle critiche. ‘Segna solo in partitella’ si sente dire, un ritornello monotono che non cesserà fino a che Destro, per davvero, non avrà trovato modo di inserirsi in questa realtà, perforando con costanza la rete avversaria la domenica in gare ufficiali, incidendo con punti pesanti - guadagnati grazie ai suoi gol - in classifica. E dire che, ritornando ai 500 della stazione, nessuno ad agosto osò - se non in minima parte - criticare l’acquisto della punta marchigiana. ‘Finalmente è stato risolto il problema del bomber’ era la frase più ricorrente, tutti contenti di questo colpaccio di mercato, ma a distanza di due mesi tutto è cambiato e Mattia, che forse è privo di quella verve che può conquistare il pubblico anche se non si segna, sembra diventato per molti un peso, l’attaccante dal contrattone interminabile di cui disfarsi il prima possibile. Da fenomeno a brocco, come se l’ultimo posto in classifica fosse tutta colpa sua.

Mi preme ripetere un concetto: questo Bologna non ha un giocatore che può dire ‘ci penso io’, non c’è il Marco Di Vaio che salva una squadra con 24 gol nonostante l’effimera qualità degli altri 10 giocatori. Non è dunque Destro che da solo può traghettare il Bologna in un porto sicuro, bensì la coralità di squadra può far sì che la prima punta riesca ad essere il finanziatore di un gioco organizzato e chiaro sia come tattica che fisicità. Destro deve dare una mano al Bologna, ma il Bologna deve dare una mano a Destro. Rossi deve mettere l’attaccante nelle migliori condizioni possiibili, costruire un gioco che possa valorizzare la punta senza renderla una pedina impalpabile di una squadra sfilacciata e inconcludente. Il Bologna ha bisogno ora di una vittoria, tre punti che risollevino non solo la classifica ma anche il morale, aiutare quell’entusiasmo dovuto all’arrivo della nuova proprietà che ora pare sopito per via dei risultati pessimi della squadra. Attendiamo il D-Day, il giorno in cui Destro si sbloccherà, iniziando e propiziando la scalata del Bologna alla salvezza. Sai mai che il 18 ottobre un Bfc ancora incerottato non possa portare a casa il bottino pieno grazie ad una prodezza del 10, numero che ultimamente sembra non portare troppa fortuna a chi lo indossa. Vincere grazie ad una rete di Mattia curerebbe diversi mali, compresa la solitudine del bomber, colpito forse da un maleficio sinistro, lui che di cognome fa Destro.

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