lo spunto

Costi alle stelle in Serie A, ma il Bologna è da plusvalenza

Leggevo ieri alcune statistiche interessanti, soprattutto relative all’ultima sessione di mercato e alle spese sostenute dai club dei cinque maggiori campionati europei. Bè, la Serie A è tornata ad investire, o a spendere,...

Manuel Minguzzi

Ieri è stata anche l'occasione per fare il punto della situazione con Pantaleo Corvino, in realtà il direttore sportivo aveva già abbondantemente parlato alle tv durante l'ultima giornata di mercato e i temi da sviscerare non erano così tanti. Si è capito però che quando si muove Corvino il mercato presta attenzione, soprattutto se piazzi colpi alla Donsah o alla Diawara. Infatti su di loro si è posato lo sguardo di Juve e Napoli, quasi a testimoniare l'abilità del direttore sportivo salentino a scovare talenti sconosciuti. Benissimo ha fatto Corvino, se la notizia venisse confermata, a rifiutare la proposta della Juve per Diawara, primo perché il giocatore è giovane e possiamo allevarlo calcisticamente qui, secondo perché tra tre anni Amadou potrebbe anche essere ceduto a 25 milioni di euro. Ecco, con una trafila di giovani promettenti come quelli che presenta ora il Bologna, il direttore sportivo rossoblù può ricalcare ciò che ha fatto in passato al Lecce e alla Fiorentina, con l'obiettivo di avvicinare il più possibile l'Udinese come modello societario da seguire. Se c'è un maestro abilissimo nell'arte dell'incassare denaro, questi è senza dubbio Pozzo. Il suo è un lungimirante metodo di amministrazione contabile, l'Udinese si autofinanzia generando plusavalenze da capogiro, con una continua opera di scouting che produce tutte le stagioni ricambi all'altezza dei giocatori ceduti. E' un circolo virtuoso ininterrotto, perfetto per mantenere la categoria e fare qualche esperienza europea ma anche per fornire benefici economici alla società.

In attesa dunque che il potenziale del Bologna venga espresso, il mercato improntato da Pantaleo Corvino ha avuto il duplice scopo di costruire una rosa di valore ma allo stesso tempo capace di crescere col tempo, non limitando il massimo ottenibile alla sola stagione 2015/2016. E' stata creata la base di partenza che le altre società avevano già in dote dopo anni di massima serie e di programmazione, mentre nelle prossime stagioni il Bologna si è creato la possibilità di scelta sul mercato. Si può decidere di andare avanti con questa rosa inserendo due o tre puntelli, oppure cedere un pezzo pregiato ad alto prezzo e reinvestire una parte di quei denari per migliorare il livello generale della squadra. Se pensiamo a quanto eravamo lontani da questa prospettiva, capiamo che tutto sommato - anche se in ritardo - il mercato del Bologna è stato affrontato con una precisa strategia alle spalle, probabilmente spendendo più del dovuto ora ma creando le basi per rendere il Bologna autosufficiente poi. E' un Bologna anche da plusvalenza, una società che ha mandato un chiaro segnale di presenza all'interno del calcio italiano. Non siamo più snobbati, ci rispettano, esistiamo, in sintesi: si sono accorti di noi.