lo spunto

Celi ‘rigoroso’, il Bologna meno

Niente di sorprendente allo Stadium, il Bologna resiste un tempo, caracolla nella ripresa beccandosi il torello Juve e l’immancabile rigore fischiato dal “rigoroso” Celi, il quale, evidentemente, non era affatto intenzionato a sporcare la...

Manuel Minguzzi

Niente di sorprendente allo Stadium, il Bologna resiste un tempo, caracolla nella ripresa beccandosi il torello Juve e l’immancabile rigore fischiato dal “rigoroso” Celi, il quale, evidentemente, non era affatto intenzionato a sporcare la sua onorata carriera nella direzione dei match bianconeri. Insomma, potevamo evitare di guardare la partita e stilare un minuzioso report, ma il lavoro ci impone di tornare sul luogo del delitto e rivivere uno dei nostri peggiori incubi, dove puntualmente ci illudiamo di svegliarci e tornare a una realtà in cui il BFC ha messo KO la Signora. Stando ai fatti, tenne meglio il campo persino il Bologna retrocesso due anni fa, capitolando solo nella ripresa grazie ad un siluro di Pogba, perché il secondo tempo visto allo Stadium è la foto perfetta della difficoltà di un Bfc che non corre, non ha una struttura ben delineata di squadra e che sbanda paurosamente su entrambi i fronti: tutto sembra costruito su una fragilissima House of cards, anche se il nostro Delio è ben lungi dall’essere Frank Underwood. Si parla tanto di potenziale, di infortuni che limitano la forza della squadra, ma la sensazione è che ormai serve uno stravolgimento dell’impianto generale, un cambio modulo, una rivoluzione che dia nuova linfa ad una squadra spompata. Sinceramente, non riusciamo a spiegarci le ragioni di una prestazione di squadra tanto deludente, con una rosa che alla settima giornata di campionato si trova alla stessa condizione della seconda. Non può essere tutta colpa del mercato chiuso a fine agosto, siamo a ottobre e la situazione non è mutata di una virgola. Vedere i giocatori passeggiare, farsi prendere costantemente in velocità, rende l’idea del deficit di corsa di questa squadra. Preoccupa anche l’involuzione di determinati giocatori, perché va bene fare i conti con il salto di categoria, ma le lacune difensive di Masina, per citarne uno, puntualmente portano ad un gol subito. Allora ci chiediamo se sia giusto continuare con questo schema tattico, un sistema che produce mezzora di gioco e la solita rete del francesino, salvo naufragare dal quarantesimo in poi. Inoltre, siamo sicuri che tutti i ragazzi che stazionano in panchina non abbiano nulla da dare alla squadra? Siamo sicuri che non si possa attingere a qualche forza fresca? Ovvio, qualitativamente siamo questi, ma chi fino ad ora ha giocato poco forse conserva energie, ragazzi che potrebbero avere qualche minuto in più nelle gambe e affrontare l’avversario con maggiore scaltrezza o lucidità.

‘Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi’ diceva Albert Einstein, dunque fossilizzarsi sulle proposte in campo quando i risultati dicono sei sconfitte su sette credo sia decisamente masochistico, perché perdere aiuta a perdere e un gruppo di ragazzi giovani e inesperti, senza una novità, non troverà mai lo stimolo giusto per vedere la luce in fondo al tunnel. Come facciamo capire alla squadra che potrebbe valere di più se si continua a schierare lo stesso modulo e gli stessi uomini? Quali imput diamo ai ragazzi se prosegue la sequela di sconfitte senza un cambiamento? Su questo tasto dovrebbe ragionare anche la società, perché è chiaro come ora la situazione sia drammatica e senza un cambio di rotta è difficile trovare la strada giusta per uscire dalla crisi. La domanda è: Rossi può trovare la medicina giusta? Difficile a dirlo, complicato rispondere di sì. Rossi ha battezzato un modulo e si è affidato ad un gruppo di giocatori, strategia corretta quando si è tentato di dare una fisionomia precisa alla squadra, errato nel momento in cui l’impianto ha dimostrato di non produrre risultati.

Ora ci sono due settimane di tempo, quattordici giorni per estrarre il coniglio dal cilindro, non solo dal punto di vista tattico ma anche sotto il profilo della condizione fisica. Così com’è, il Bologna verrà surclassato da tutti: o Rossi ha programmato una stagione in cui i rossoblù andranno a mille nella seconda parte correndo il triplo degli avversari, oppure per davvero ci sono stato errori grossi in sede di preparazione. Mi spiace dirlo ma rischiano di essere due settimane gettate, perché il livello di questo Bologna non è sufficiente a battere neanche il Palermo. Non nego il fatto che sarei per il cambio di guida tecnica, fornire un folata di novità ad una squadra che ormai non reagisce più alle avversità e che il mister non aiuta con la perseveranza delle scelte. Questo Bologna arrendevole ci ha fatto passare la voglia di prendercela con l’arbitro, perché i rossoblù sono stati suonati di brutto dagli juventini, non esattamente dal direttore di gara che ha messo una mano sulla testa a undici ragazzi che avevano già abbondantemente la testa sott’acqua. Su questo Rossi è stato lucido: ‘Sappiamo che a Torino un rigore di questo tipo ci sta, tocca a noi non dare modo all’arbitro di fischiarcelo’. Che dire, noi sappiamo che in questo modo il Bologna non uscirà dalla secca in cui si è arenato, a Rossi e ai ragazzi il compito di spingere la barca. Il problema è che, dopo quanto visto ieri, non sappiamo quale sarà la reazione della squadra e quante energie abbiamo ancora da investire all’indomani della sosta…