lo spunto

Bravi loro

Un Empoli perfetto evidenzia le lacune rossoblù, la sconfitta servirà per capire quali interventi effettuare sul mercato

Manuel Minguzzi

Nel tennis, come in tutti gli sport di racchetta, quando l'avversario sfodera una prestazione superba o un colpo da manuale non si fa altro che rendergli onore e omaggio. 'Bravo lui' si dice al compagno di doppio infilato da un lungo linea millimetrico e perfetto. Possiamo traslare questa consuetudine, per una sera, anche al calcio. Bravo Empoli. Punto.

Giampaolo è davvero riuscito a costruire una macchina perfetta, un diabolico marchingegno stritolatore ma con un tasso tecnico elevato. I ragazzi toscani non ti fanno giocare, mentre loro esprimono un football scintillante, se vogliamo basilare, ma efficace. Giocano a velocità doppia, escono con due tocchi in disimpegno e verticalizzano. Come se non bastasse, si trovano a memoria. Esempio lampante la rete di Pucciarelli, nata da un'alchimia perfetta sulla fascia destra e da un pallone no look di Saponara. Che bella azione, e il trequartista quella palla la può mettere ad occhi chiusi perché sa che sul fronte opposto arriva la cavalleria. Quello costruito da Giampaolo è un giocattolino perfetto che riconcilia con il calcio, che ti batte senza farti uscire incazzato dallo stadio semplicemente perchè è un piacere vederlo all'opera. Cosa gli vuoi dire ai nostri se non sono riusciti a sfondare, a giocare con serenità e precisione? Contro un avversario così se non ti presenti al tuo meglio non la scampi: le linee di passaggio sono oscurate, il campo coperto con un movimento in sincronia di squadra impeccabile, e come se non bastasse con la palla tra i piedi i toscani non sbagliano nulla. Corrono tanto, vero, ma lo fanno con una organizzazione che li permette di arrivare fino al novantesimo con la stessa intensità. Onestamente, sono la miglior squadra vista al Dall'Ara.

Sui rossoblù invece si potrebbe dire tanto, di Crisetig imbambolato, di Mounier lontano anni luce da quello di inizio stagione, di Taider parente brutto di quello ammirato in prima versione anni fa e di una difesa colabrodo mal posizionata e poco efficare. Meglio allora riprendere le parole di Donadoni: "Questa sconfitta ci servirà". Esatto, i ragazzi avranno capito che la strada per la salvezza è ancora lunga, il lavoro da fare tanto. Meglio che questa scoppola sia arrivata prima della sosta, ha scoperto un Bologna non ancora pronto per la metà sinistra della classifica, soprattutto: c'è la dimostrazione dell'assoluta necessità di interventi sul mercato. O davvero i 13 punti in 6 partite avevano fatto cambiare idea?

Se a Genova il Bologna, speculando sulle debolezze di un avversario alla deriva, era riuscito a conquistare tre punti pesantissimi, nel momento in cui di fronte si è issato un avversario duro, temibile, bastardo per la disarmante semplcità nell'interpretazione del calcio, i rossoblù hanno pagato lo scotto delle assenze, della poca qualità in mediana e della scarsa incisività delle riserve offensive. Falco si innamora della palla, Mounier è in calando, Donsah ha tanti muscoli ma il trattamento del pallone dovrà migliorarlo costantemente e Crisetig è ancora un oggetto misterioso. Questa partita ci servirà eccome, innanzitutto ci ha fatto capire che probabilmente servirà un acquisto per reparto a gennaio.Diciassettesimo posto no, ma nemmeno decimo. Bravi loro dunque, da ora dovremo esserlo anche noi nel capire che la salita è ancora ripida.