lo spunto

Bologna: il potenziale c’è, si tratta di esprimerlo meglio

Peccato, stavolta il Bologna aveva tenuto il campo, accusando sì un calo tra fine del primo ed inizio del secondo tempo, ma accelerando nei minuti finali, creando qualche grattacapo ad un Sassuolo parso sulle gambe. Invece, nel nostro...

Manuel Minguzzi

Peccato, stavolta il Bologna aveva tenuto il campo, accusando sì un calo tra fine del primo ed inizio del secondo tempo, ma accelerando nei minuti finali, creando qualche grattacapo ad un Sassuolo parso sulle gambe. Invece, nel nostro momento migliore e con una palla interessante tra i piedi di Falco in area neroverde, il destino decide che il Bologna questa partita la deve perdere. L’ex leccese, autore comunque di una ottima prestazione, si incaponisce decidendo di andare sul mancino, lo fermano, da lì parte il contropiede sassuolese che il buon Diawara - giustamente - ferma sul più bello, peccato che il suo prezioso recupero si trasformi (involontariamente) in un assist per Floro Flores che quando vede Bologna non si ferma, anzi: segna sempre. Con due tiri in porta il Sassuolo conquista una partita equilibrata che il Bologna, senza paura, decide di giocare a viso aperto. Corrono rischi i rossoblù, ma ne creano anche dall’altra parte. Il netto miglioramento rispetto alla gara dell’Olimpico mi pare nitido, evidente, un dato incontrovertibile che nemmeno il risultato finale può cancellare. Lo erode, semmai, ma il potenziale di questa squadra - che da Genova avrà anche due innesti di esperienza - c’è tutto. Si nota una idea di gioco, probabilmente ibrida, che può essere portata avanti, magari inserendo un uomo che possa essere più vicino a Destro. Perché il modulo con il trequartista scopre le fasce, il tridente tende ad allargare troppo le due gambe del treppiede, portando la punta centrale ad un isolamento forzato che non lo aiuta. C’è da aggiungere un altro fatto, soprattutto nella ripresa il modulo del Bologna è sembrato una sorta di 4-4-2 modificato, con Falco ala destra, Brienza leggermente dietro a Destro. La sensazione latente è che una seconda punta con determinate caratteristiche serva, un Eder, un Gabbiadini per intenderci. Con un giocatore di questo tipo si può passare anche al trequartista, visto che con Donsah, Taider e Pulgar il ruolo di mezzala sembra coperto bene, posizione fondamentale quando le avversarie allargano il gioco sulle fasce.

C’è anche il fattore fortuna, aspetto che - inevitabilmente - ci sta pagando il conto dopo i playoff di tre mesi fa. C’era da aspettarselo, ma meglio ora, con tutto un campionato da giocare, che a metà o alla fine. Adesso ci sono due settimane a disposizione per lavorare, migliorare e inserire gli ultimi innesti dal mercato. Taider e Giaccherini, con la speranza di un colpaccio lunedì, sono due elementi di esperienza che possono completare questa squadra. Non sono preoccupato, lo sarei se avessi visto una apatia di fondo, un Bologna piatto senza sussulti che avesse perso senza colpo ferire. Invece la squadra è viva, ha un futuro. Da qui occorre ripartire, da Genova con la consapevolezza che in Serie A non si può sbagliare nulla. Per dirla alla Delio Rossi: “La troppa esuberanza di vincere ti fa correre il rischio di perdere”.