lo spunto

Bologna Caput Mundi

C’è solo il Bologna a Reggio Emilia, sia in campo che sugli spalti. Prova di forza dei rossoblù, i primi in Italia ad espugnare il Mapei Stadium. Prestazione corale di livello che sancisce il definitivo cambio di rotta rispetto all’inizio...

Manuel Minguzzi

Che goduria! Il Bologna sbanca con autorità il Mapei Stadium, i rossoblù vincono dove nessuno ci era riuscito prima. Nemmeno la Juve. Per una giornata siamo campioni d’Italia. Prova corale di tutta la squadra, un gruppo di ragazzi che con maturità da big è andato a Reggio Emilia e ha fatto pesare alla squadra di casa le assenze. Esattamente come l’Empoli fece con noi. Vittoria meritata, che dà al Bologna finalmente una nuova realtà, ridimensionando la favola sassolese che forse era stata un po’ troppo esaltata. Ci siamo anche noi in Emilia, anche noi possiamo avere un futuro importante sfruttando un fattore che i neroverdi non hanno: il blasone. E allora godiamoci questo momento, dedichiamolo a Camilo Zuniga che mai come ora ha bisogno di sentire la vicinanza del gruppo, dei tifosi e della città. E’ un bel regalo, per lui e per Bologna, anche se una vittoria nel calcio non lenirà e non risarcirà mai un caro che è passato a miglior vita.

Sulla partita c’è davvero poco da dire, nel senso che la squadra si è mossa e ha giocato quasi perfettamente nell’arco dei novanta minuti. Se vogliamo, è stata sprecata qualche occasione di troppo ma sarebbe come guardare il pelo nell’uovo. Abbiamo avuto la conferma che la presenza di Gastaldello dietro è fondamentale, così come la dinamicità e la tenacia di un ritrovato Donsah in mezzo e l’ispirata vena realizzativa di Giaccherini davanti. Questi i tre perni su cui è stata costruita la vittoria, ma tutta la squadra ha girato all’unisono come in rare occasioni si era visto al Mapei Stadium. Vincere e convincere in questa maniera è frutto di enorme soddisfazione, ripaga i tifosi delle recenti sconfitte interne e fornisce ulteriore entusiasmo in vista di un girone di ritorno che forse il Bologna può vivere con serenità e alla ricerca di altre meritate soddisfazioni. In qualsiasi modo finisca il campionato, decimi o quindicesimi, il Bologna rimarrà comunque la prima squadra ad aver ottenuto un risultato dove altre avevano fallito. Il Napoli e la Juve ad esempio, e anche questi dati dovrebbero rendere bene l’idea di come la rosa costruita da Corvino sia passata da vilipesa e a tratti offesa, a fenomenale e da applaudire. E’ per questo che da sempre batto sul tasto dell’equilibrio, perché il potenziale c’è sempre stato e occorreva tempo per vederlo concretizzato in campo.

Possiamo dunque dire che ieri Donsah è stato più incisivo di Duncan, Giaccherini nettamente più decisivo di Defrel. Maledetto quel Corvino che si è fatto soffiare i secondi e preso i primi. Bollito! Se dopo i rovesci interni contro Empoli e Chievo avevamo di fronte un Bologna non pronto per la metà sinistra della classifica, dopo Reggio Emilia probabilmente le chance sono aumentate e diventate concrete. Perché la squadra gioca al calcio, è unita e crede in quello che fa, i ragazzi stanno bene assieme dentro e fuori dal campo guidati in panchina da un allenatore capace, perfetto nella gestione ordinaria della settimana e altrettanto in quella straordinaria della partita la domenica. Una benedizione il fatto che il Bologna lo abbia scelto, ancora di più il fatto che fosse libero dopo un’estate vissuta ad aspettare una chiamata. Se il Bologna è questo, se la squadra continua a navigare sul solco creato dalle vittorie esterne, anche il Dall’Ara riceverà le adeguate soddisfazioni. Non deve esserci senso di appagamento, ma solo voglia di stupire ancora se davvero questo Bologna può essere considerato una sorpresa.

A proposito di Dall’Ara. Visto il baccano dei tremila rossoblù presenti a Reggio, non è che il Bologna ha giocato in casa? Diciamolo: fantastici. Se il Bologna ha vinto in campo, i tifosi avevano già portato a casa i tre punti sugli spalti prima del fischio di inizio. Ci vorrebbe un clima di questo tipo anche in casa, arrivare a 20mila persone di default come primo minimo obiettivo. Stazionare a 16mila con ¾ di abbonati è un dato insufficiente, alla faccia di chi pretenderebbe 30mila posti in un rinnovato Dall’Ara. Quali segnali stiamo dando a Saputo affinché decida di allargare la capienza futura a 30mila posti? Nessuno. Lo stanno dando sempre e solo i soliti noti, serve di più. Ma per una sera voglio limitarmi alle note positive, quelle di Reggio ci ripagano anche di tanti anni difficili, e la sensazione è che il bello debba ancora venire.

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