lo spunto

Basta giustificazioni, queste partite non si devono perdere

Ancora una sconfitta casalinga per i rossoblù che allungano la striscia di punti gettati al vento. Una buona prova non può giustificare una sconfitta contro un'Inter in dieci e priva di gioco.

Manuel Minguzzi

Bologna-Inter è stata una brutta partita. Di quelle che ti passa la voglia e non vedi l'ora che finiscano. Se poi il tuo presunto bomber si mangia una palla che un professionista non può e non deve calciare in faccia al portiere, se l'allenatore non ha il coraggio di lasciare in campo la seconda punta a dieci minuti dal fischio finale, se hai un terzino giovane che continua a peccare di ingenuità lisciando la palla-gol che decide le sorti della squadra... Se questi fatti sono reali e si sono verificati ieri sera al Dall'Ara è chiaro che non ci troviamo in un film surrealista ma sulla scena di una cronaca nera che vede il Bologna sconfitto per uno a zero e ancora, inesorabilmente, terzultimo in classifica.

La cosa che fa più arrabbiare, per non dire altro, non è tanto il risultato sul cartellone, quanto la certezza che le condizioni della squadra di Mancini non erano affatto invincibili: primo tempo passeggiato da una parte e dall'altra del campo, torelli in ciabatte, qualche buona idea sfruttata male e la sensazione che con un Inter così potevamo anche tenerla sullo zero a zero e incassare un punticino prezioso per preparare al meglio la sfida di domenica contro l'Atalanta. Invece i neroazzurri tornano dagli spogliatoi dopo la strigliata del mister, visibilmente preoccupato per l'atteggiamento in campo dei suoi, e inizano a giocare. Niente di eclatante, anzi, restano pure in dieci dopo l'espulsione di Melo e nonostante l'inferiorità numerica si mettono in testa di poter fare la partita. La fanno senza sussulti grazie al redivivo Icardi, che su assist di Lijaic e con la preziosa "collaborazione" del nostro Ferrari, infila in rete una palla facile e torna ad esultare dopo tanto digiuno. Forse decisiva la prima sfuriata di Mancini con Banti dopo il rosso a Melo, di sicuro ha dato una scossa alla squadra. Un po' come succede nei falli tecnici nel basket.

Chi non torna a segnare è Mattia Destro. La crisi continua e pare non ci sia rimedio, e la rete sbagliata stasera testimonia la maledizione che attanaglia la punta di Ascoli Piceno. Forse davvero servirebbe il classico gol di natica per sbloccare la situazione, oppure una papera colossale difensiva che consenta ad un tuo compagno (come ha fatto Ljajic) di metterti in porta senza il portiere. E così, come da solito copione Bfc, godono gli altri, gode Icardi che si sblocca e non il Bologna, i bolognesi e Mattia Destro. La felicità, da queste parti, passa di rado e la sensazione è che il bonus sia stato esaurito con la promozione e le salvifiche traverse nei playoff.

Resta dunque una partita che il Bologna ha giocato di certo gagliardamente ma che alla fine non può premiare con i punti se si commettono questi errori. Le dabbenaggini in qualunque zona di campo rappresentano un demerito, soprattutto se incidono pesantemente sul risultato. L'Inter ha fatto poco? Il Bologna è stato dignitoso? E allora è ancora più diabolico aver perso. Può succedere una o due volte prendere applausi per una partita persa immeritatamente, ma quando la striscia si ripete troppo spesso significa che c'è qualcosa di strutturale, recidivo, aspetti che non possono passare in secondo piano e che non si mascherano con giusitificazioni o recriminazioni. Rossi alla vigilia era stato chiaro: "Per far punti contro queste squadre tu devi essere perfetto, loro imperfetti". Una delle due situazioni si è avverata, non quella che ha riguardato il Bologna.

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