lo spunto

Ancora poca chiarezza sul Ds (e da Genova su Osti dicono che…)

Stallo Bologna per la scelta del Ds, difficoltà per Sabatini, indecisione nelle strategie e aspetti economici: ecco perché il Bfc sta ragionando sul da farsi.

Manuel Minguzzi

Dal Bologna pubblicamente trapela poco o nulla sul ruolo di direttore sportivo. Non solo, perché l'amministratore delegato Claudio Fenucci parla di Pantaleo Corvino come di un dirigente ancora in sella a Casteldebole quando, da diverso tempo, non è più così. Il refrain è lo stesso 'Un Ds ce l'abbiamo, parleremo con lui per trovare un punto d'accordo'. Sembrerebbero dichiarazioni basate sulla volontà di continuare con Corvino, ma in realtà non è così. Il punto d'accordo, a meno di clamorosi colpi di scena, è quello relativo alla buonuscita. Sottolineato il fatto che il Bologna naviga da tempo senza un direttore dell'area tecnica, occorre capire quali possono essere gli immediati scenari futuri se il club non vorrà trovarsi ancora una volta indietro rispetto alla concorrenza.

La cosa più semplice da fare sarebbe 'promuovere' Marco Di Vaio al ruolo di Ds, evidentemente però né per lui, né tantomeno per la società, questa può essere la soluzione giusta. Inoltre, per Marco, è preferibile ricoprire il ruolo di club manager ed evitare di bruciarsi svolgendo un ruolo fino a un mese fa nelle mani di un maestro come Corvino. Al primo piccolo errore Di Vaio verrebbe sostanzialmente crocifisso. E' palese allora la necessità di trovare un nuovo Ds, ma quale? Sabatini è un pezzo grosso alla pari di Corvino, e se con quest'ultimo ci sono stati problemi di autonomia, cosa fa pensare che con l'attuale Ds giallorosso non si ripropongano? C'è di più, a Sabatini è stato prospettato un budget di mercato con il quale operare? La sua carriera alla Roma parla di un dirigente abituato a manovrare grandi risorse. Non solo, Sabatini è ancora legato ad un contratto con la Roma, un pezzo di carta che Pallotta non vuole strappare e che pone il Bologna in una condizione di stallo. Il Bfc cosa farà? Aspetterà il 30 giugno? Impensabile, perché da un lato il mercato potrebbe comunque farlo Sabatini ma le tempistiche renderebbero la soluzione alquanto al limite per il club rossoblù. Da qui nasce l'idea di un Donadoni più centrale nelle scelte, in questo periodo di transizione tra vecchio e nuovo Ds tocca sostanzialmente a lui gestire la situazione.

Il passo seguente è invece basato su una domanda. Se Fenucci reputa 'difficile' portare Sabatini a Bologna, per quale motivo non ha rotto gli indugi e ingaggiato Bigon? Certo, anche qui c'è un contratto, stavolta con il Verona, ma di certo Setti non farebbe resistenza e lo liberebbe in un amen. Evidentemente anche in seno al Bologna la strategia non è del tutto chiara o definitiva, e l'ultima parola spetta comunque a Saputo che settimana prossima sarà di nuovo in città. Ci sarà un Cda importante, e Saputo porterà con sé il fidato Marsili. Il chairman valuterà i prospetti economici del futuro, se cioè esiste il margine sia per il ampliare il centro tecnico che per approntare un mercato importante, senza dimenticare pure il restyling del Dall'Ara. In sostanza: il Bologna finanziariamente può migliorare Casteldebole, ingaggiare Sabatini e fare un buon mercato? E se la decisione sul futuro Ds fosse anche incentrata sull'aspetto economico e che la valutazione di settimana prossima possa essere uno snodo fondamentale? Probabilmente la fase di stallo è data dal fatto che lo stesso Bologna sta aspettando, perché non ha ancora deciso del tutto la propria strategia societaria. In tutto ciò, da Genova danno quasi per certo l'arrivo di Osti a Bologna, un dirigente che si sposerebbe bene in un concetto di compagine dirigenziale che lavora di squadra. Resta però il fatto che a Genova ha commesso errori importanti e c'è chi dice che in realtà il mercato lo abbia fatto Bozzo, il procuratore, altrimenti sarebbero stati guai. Insomma, se vero, non un grande profilo per un club di Saputo.

Ps: lo Spunto tornerà domenica dopo l'ultimo match di campionato contro il Chievo.