lo spunto

4-2-3-1, idea giusta (e forse Brienza dovrebbe giocare)

Resto ancora convinto che Delio Rossi utilizzerà il 4-3-3 a Genova, ma l’ipotesi di un altro cambio di modulo inizia a stimolare e a prendere piede. Diciamo che al tecnico i trequartisti piacciono e dunque si prova ad inserirne uno, seppur...

Manuel Minguzzi

Resto ancora convinto che Delio Rossi utilizzerà il 4-3-3 a Genova, ma l'ipotesi di un altro cambio di modulo inizia a stimolare e a prendere piede. Diciamo che al tecnico i trequartisti piacciono e dunque si prova ad inserirne uno, seppur utilizzando un modulo diverso dal consueto 4-3-1-2. In fin dei conti, a Marassi anche un punticino per muovere la classifica andrebbe bene, considerati gli acciaccati, i fuori forma e quelli considerati 'senza ritmo partita' e uno schema più coperto non sarebbe disprezzato. Di trequartisti in questo Bologna ce n'è uno, dalla tecnica sopraffina anche se non più vergine. Franco Brienza dall'alto dei suoi 36 anni è stato il migliore delle prime due uscite del Bologna in campionato, esperienza, tecnica, classe, numeri di alta scuola, se il pubblico del Dall'Ara ha applaudito i ragazzi dopo la sfida con il Sassuolo è anche per via dell'entusiasmo creato dalle intuizioni dell'ex Cesena: stop volanti, passaggi filtranti, dribbling in disimpegno e si potrebbe continuare. Insomma, il 'vecchietto' ha disegnato calcio e, se ci pensiamo bene, Brienza rappresenta esattamente la categoria di giocatore che più fa infiammare il Dall'Ara, l'elemento che sfodera la giocata impensabile, che ti fa rimanere a bocca aperta quando stoppa un difficile pallone spiovente o che ti manda in visibilio quando dribbla due giocatori ed effettua un tunnel. Per ora, poco importa se è arrivato qui come riserva e si ritrova ad essere migliore in campo. Il Bologna si sta ancora rodando, soprattutto nel terzetto offensivo che sarà composto da Giaccherini-Mounier e Destro ed è comprensibile che Delio Rossi ci pensi bene prima di lasciare in panchina chi ha inciso di più nel primo frangente di campionato.

Ecco allora che il 4-2-3-1 può essere disegnato su misura per Franco Brienza. Schierato centrale nei tre dietro alla punta, il trequartista può essere un importante supporto per l'attacco ma, al tempo stesso, anche per l'economia generale del possesso palla rossoblù. Arretrando leggermente, Brienza potrebbe anche ricoprire un ruolo più paragonabile a quello di regista, sostanzialmente un giocatore che può svariare dove vuole in zona centrale. Anche perché difficilmente Lorenzo Crisetig potrebbe trovare spazio nei due davanti alla difesa, di conseguenza diventa necessario trovare qualcuno in grado di rendere fluida l'azione. Inoltre, con Brienza dispensatore di palloni in zona centrale, non solo si può lanciare Destro in verticale, ma anche aprire il gioco sulle fasce dove i terzini, finalmente, riceveranno una sostanziosa mano dai due esterni offensivi. In linea di massima, il 4-3-3 con un Bologna a pieno regime è molto intrigante, in attesa di vederlo, non trovo così peregrina l'idea del 4-2-3-1.

Rimane l'interrogativo di chi possa giocare nei due davanti alla difesa. Vista l'emergenza, con Donsah e Brighi in non perfette condizioni, si può gettare subito nella mischia Saphir Taider, il quale di certo non conoscerà a pieno i compagni ma fisicamente pare stare bene dopo i novanta minuti in nazionale. Parliamoci chiaro, piuttosto che utilizzare giocatori non ancora maturi sotto diversi punti di vista è meglio affidarsi all'usato sicuro anche se questi ha 23 anni e ha conosciuto la sua nuova squadra nella giornata odierna. Una coppia Taider-Donsah davanti alla difesa sarebbe una sorta di evoluzione del duo Perez-Mudingayi, vedremo. Saphir è tornato a Bologna maturato, non è più un ragazzino, lo sbarbatello dalla faccia tosta e dall'ambizione smisurata. Si è sposato, e questo è il classico sintomo del 'diventare adulti', ha già capito che a soli 23 anni a Bologna sarà chiamato a fare da guida a tutti quei ragazzotti che forse lo ricordano alla sua prima avventura rossoblù, sicuramente avrà provato dispiacere nel lasciare l'Inter, abbandonare la grande squadra a cui era arrivato dopo belle stagioni a Bologna. Potrebbe essere un passo indietro lasciare una big per ritornare in una medio-piccola, ma l'ambizione di Taider è forse rimasta immutata, aiutata, stavolta, dalla consapevolezza che per essere titolari fissi in una grande del calcio serve migliorare costantemente in ogni aspetto. Saphir si è rimesso in gioco, convinto anche dal fatto che l'era Guaraldi è terminata e che ora a Bologna si respira aria buona. Forse aiuterà la sua definitiva maturazione. In bocca al lupo.