la voce del tifoso

Un Maietta è per sempre, altro che i Diamanti

di Rosanna D'Atri

Redazione TuttoBolognaWeb

Nella settimana che precede la sfida tra alcuni dei migliori giovani della nostra Serie A, arriva il prolungamento di contratto per un vecchietto classe 1982: Domenico Maietta in rossoblù fino al 30 giugno 2018.

Accento rude da uomo del sud, sguardo che trasuda agonismo ben oltre il fischio finale, generosità e concentrazione massima in tutto quello che fa: questo è Mimmo Maietta.  Se domenica i tifosi hanno fatto i conti con emozioni contrastanti per aver rivisto al Dall’Ara un ex leader cui avevano affidato cuore e speranze, su Mimmo non ci sono dubbi e il prolungamento del contratto è un doveroso ringraziamento per quello che il numero 20 rossoblù ha fatto da quando ha messo piede a Bologna.

Il giocatore calabrese è riuscito, a suon di prestazioni e calci rifilati agli avversari, a entrare nel cuore dei tifosi che l’hanno di fatto eletto a nuovo beniamino insieme a Destro. Quando è in campo, ci sentiamo tutti più sicuri e più forti, compagni di squadra compresi. Ovunque abbia militato, è sempre riuscito a fare breccia nei cuori degli appassionati e non ha mai dimostrato, neanche per una volta, di non meritare quell’affetto: questo vuol dire molto, vuol dire tutto in una realtà come Bologna che sì, non dimentica, soprattutto se “tradisci”.

Non è mia intenzione paragonare l’affetto per Maietta con quello perduto per Diamanti, ci sono troppe situazioni poco chiare che hanno segnato l’abbandono di Alino ma di certo, la maggior parte dei tifosi presenti allo stadio, domenica ha scelto di trattare il loro ex pupillo come un traditore. Io ho scelto di fare il contrario, ho applaudito Diamanti, non perché non comprenda le ragioni che hanno spinto lo zoccolo duro della Nord ad assumere quell’atteggiamento ma perché, sinceramente, non credo che demonizzare Alino incolpandolo per la retrocessione sia la cosa giusta. Esattamente un anno prima Portanova non fece la stessa cosa andando via a Gennaio, lasciando la fascia da capitano, rinforzando una diretta concorrente? Non ho mai sentito un fischio rivolto a lui, viene regolarmente allo stadio e tutte le persone con cui parlo dell’argomento mi ripetono la frase fatta: “Non è la stessa cosa”. Ah no? Non sono entrambi andati via a metà stagione? Non erano entrambi con la fascia al braccio? Almeno uno dei due è andato in Cina e non a qualche centinaio di chilometri ma la differenza è che l’anno prima non siamo retrocessi mentre l’anno successivo….

Fortunatamente siamo in democrazia, almeno fino al 4 dicembre, ed è certo che a Bologna questa settimana il motto è “Un Maietta è per sempre, altro che Diamanti”.