la voce del tifoso

Sabotare la rassegnazione

Al Bologna bastano venti minuti giocati da squadra di serie A per battere il Crotone

Matteo Rimondi

"L’unica cosa che contava era non perdere e invece il Bologna porta a casa tre punti. Davvero bene, anzi benissimo. Non era facile, vincere non è mai facile né scontato. Prima della partita avremmo firmato per un tranquillo pareggio e invece è arrivato il risultato che sognavamo, che ci restituisce tranquillità e chiude definitivamente la pratica salvezza.

"Detto questo, l’altra sera ci siamo accomodati davanti alla tv per guardare una partita fra una squadra che aveva nove (N-O-V-E) punti e una che ne aveva venti (con una partita in meno) e dopo quarantacinque minuti ci stavamo chiedendo chi delle due era quella con undici punti in meno. Una provava a giocare a calcio nonostante i suoi evidenti limiti, l’altra invece non riusciva a mettere insieme tre passaggi, ma quando miracolosamente ci riusciva arrivava alla conclusione, peccato che lo stoccatore è in una condizione psicofisica da internamento. E’ anche vero che perdere il cinquanta percento di un reparto in mezza partita ti toglie qualche sicurezza, però il Bologna gioca palesemente contratto e non si capisce sinceramente il motivo. Si va negli spogliatoi, il mister forse ne appiccica due al muro e agli altri fa presente che non è l’ennesima amichevole. Gli «evidenziatori» tornano in campo, fanno goal, giocano a calcio per venti minuti, non chiudono il match, soffrono un po’ nel finale ma portano a casa la pellaccia. Insomma, nel secondo tempo il Bologna chiarisce il perché di quei punti - intanto diventati quattordici - di divario: noi abbiamo Dzemaili e Mirante, giocatori di categoria che risolvono le partite, loro no.

"A questo punto bisognerebbe risolvere subito un paio di problemi che ci affliggono ormai da anni per fare quel salto di qualità tanto invocato e non solo un punto in più dell’anno passato, è giunto il momento di sabotare quel senso di rassegnazione che si respira da qualche mese in città. L’attacco: non è possibile, né giusto per Destro, dover scendere in campo sempre, anche quando non è nelle condizioni per farlo. È un professionista pagato profumatamente ma è sempre un uomo, un giocatore con alti e bassi che alcune volte avrebbe bisogno di sedersi in panca o giocare solo uno spezzone di partita. Ultimamente sono più i momenti bassi che quelli di grande spolvero e le critiche non sono mancate, ma questa situazione assurda certo non lo aiuta. Prendono Floccari ed è sempre rotto o in condizioni improponibili. Arriva Sadiq e... non giriamo il coltello nella piaga. Adesso prendiamo Petkovic e la prima cosa che dice Donadoni é «dovremo aspettare un po’ per vederlo in campo». Sintesi del mio pensiero: «Socmel, dú marón!».

"Secondo problema: la difesa. Se Mimmo è sempre il migliore là dietro, forse qualche domanda ce la dovremmo fare. O tutto l’ambiente dà fiducia incondizionata a uno fra Oiko, Ferrari o Helander - sempre che riesca ad uscire dall’infortunio - oppure se ne vendano due su tre e si investa su un centrale affidabile e integro al quale dare le chiavi della difesa del futuro.

"Ultimo pensiero per i cento indomiti che hanno seguito il Bologna allo Scida di Crotone: il Dio del calcio forse questa volta ha avuto un occhio di riguardo per i nostri colori anche grazie a voi. Mitici!