la voce del tifoso

L’arca di Roberto

di Rosanna D'Atri

Redazione TuttoBolognaWeb

E venne il Diluvio Universale. Non ci sarebbe bisogno di specifiche importanti per spiegare cosa intendo scrivere oggi ma in realtà, non me ne vogliano quelli con i forconi, il buon Roberto tutte le colpe non le ha. Faccio un ragionamento ad alta voce, come spesso accade, e ogni volta qualcosa m’indispone perché nonostante lo snocciolamento di statistiche e contro statistiche sia, dati alla mano, cosa buona e giusta non mi piace l’accanimento verso un uomo per bene. Sabato ne ho sentite davvero di tutti i colori, dall’esaltazione per 2 gol su calcio piazzato che sono più due regali di Cordaz che perle di Verdi, alla totale incredulità per aver preso 3 gol dal Crotone che certamente non è il Barcellona ma ha avuto il merito di crederci molto più di noi.

Non se n’è accorto nessuno, ma è da quando ha messo piede a Bologna che Donadoni ha commissionato la costruzione dell’Arca di Roberto, una versione moderna della ben più famosa di Noè, ispirata da qualche cartone da quattro soldi sulle reti private e pronta a portarlo in salvo dall’ira della natura ultras perché parliamoci chiaro, fessi sì ma coglioni no è il grido venuto su dalla Bulgarelli. Eppure, condividendo stato d’animo e senso d’inadeguatezza con la curva, continuo a pensare che dalla teoria alla pratica siano i piedi e la testa dei giocatori che fanno la differenza e non quanto forte urli l’allenatore a bordo campo. Nella mia esperienza, ognuno poi ha la propria, pensare di avere qualcuno che mi urla costantemente nelle orecchie mentre cerco di concentrarmi e fare il mio lavoro non solo m’indispone, mi fa venire voglia di usarlo come pungiball e chiedere il cambio all’arbitro dicendo: ”dai forza vieni te a giocare”. Pensate davvero che una scimmia urlatrice a bordo campo sia direttamente proporzionale all’avere una reazione? Potrà anche aiutare alcuni, ma se non ci sono idee o qualità collettive e singole, continueremo a perdere partite a caso. Ed è proprio su questo punto che voglio fare un’altra riflessione, sempre guardandomi bene dai forconi, siamo proprio sicuri che non si vedano in campo i risultati degli insegnamenti di Donadoni? No perché a me sembra di vedere, dall’inizio dell’anno, gente che fa girare la palla, che fa aperture di gioco tipo quella che DiFra ha fatto per Verdi a occhi chiusi, da fascia a fascia, nel primo tempo di Sabato. A me sembra che gente come Palacio, Poli, Gonzales e lo stesso Helander tentino di non buttare la palla e di sviluppare una manovra che è frutto del lavoro tecnico in settimana che poi, se il Masina o il Pulgar di turno perdono la palla e prendiamo il contropiede, che deve fare Donadoni, entrare al loro posto? Se Crisetig non la prende mai, se Kraft è quello che è, se non abbiamo la mentalità offensiva delle squadre di Mourinho o Conte e altri mille se che potremmo stare qui a scrivere fino a capodanno, continuo a non capire quale sia la colpa estrema del nostro allenatore tanto da chiederne lo scalpo con insistenza. Modulo, giocatori non all’altezza, vogliamo dare la colpa alla cessione di Rizzo che ha già fatto più gol di quelli che abbiamo tenuto noi? Kreijci che fa il terzino?

Le scelte possono essere discutibili certo, come tutto nella vita, e francamente questo delirio mi sembra esagerato anche perché, come al solito, passiamo da “quanto belli siete” a “non capisce niente” dal “torna a Bergamo” al “non è in grado di far crescere nessuno” etc etc”. Alla fine abbiamo perso 4 partite ma contro Lazio, Atalanta, Roma ed è solo per la sconfitta contro il Crotone che abbiamo deciso di perdere la pazienza e fare comunicati congiunti che esprimano dissenso. Anche Saputo, aizzato dalla massa, si dice non contento e ci sta ma quello che non ci sta, a mio modestissimo parere, è fare a gara per salire sull’Arca di Roberto non per mettersi in salvo insieme con lui ma per tendergli un agguato e gettarlo tra le acque in tempesta. E se a salire sull’arca sono tifosi, presidente e giornalisti, la situazione si mette male non solo per il mister ma per tutto l’ambiente perché, sarò una voce fuori dal coro, ma non credo che in giro ci sia di meglio al momento.