la voce del tifoso

Il sogno di ogni tifoso

Una giornata rossoblù fra illusione e realtà.

Matteo Rimondi

"Bologna, sabato 16 luglio 2016. Colpiti da un attacco di astinenza da calcio live, io e i miei compagni di sventure rossoblù partiamo in direzione Castelrotto. Oggi il Bologna gioca contro la Virtus Acquaviva, test importantissimo per saggiare la condizione dei ragazzi. Non si può proprio mancare.

Rushden (Inghilerra), mercoledì 27 Luglio 1994. Steve Davies riceve una telefonata: «Let’s go to Oxford». Steve è un supertifoso del West Ham United e la sua squadra del cuore gioca un’amichevole contro l’Oxford City. Steve non ci pensa due volte, salta in macchina con gli amici per raggiungere i suoi idoli.

Arriviamo al campo qualche minuto prima dell’inizio della partita. Gli unici posti rimasti sono proprio dietro alla panchina rossoblù, una visuale alla quale non siamo abituali ma per un match di cotanta importanza ci adattiamo. Formazioni: Da Costa, Mbaye, Rossettini, Cherubin, Masina, Diawara, Donsah, Rizzo, Verdi, Di Francesco, Acquafresca. Come? C’è il fuggiasco Diawara? Ci guardiamo intorno in cerca di certezze che non arrivano. Girano voci, la più attendibile delle quali narra che nella notte, un commando formato da Mimmo Maietta, Mattia Destro e Renatone Olive - tre che se incontri per strada dopo le 22.00 te la svigni a gambe levate -, abbia eseguito un blitz a mani nude nel bunker dei ventisettemila agenti di Amadu e lo abbia portato in ritiro sano e salvo. Ma in verità, la notizia che getta nello sconforto la popolazione rossoblù di Castelrotto, sembra essere la presenza in campo di Robert Acquafresca.

Steve Davies e i suoi amici arrivano a Oxford appena in tempo per il fischio d’inizio e si piazzano a pochi metri dalla panchina degli Hummers. Una panchina da pochi giorni occupata da un allenatore, Harry Redknapp, che con Steve ha in comune l’appellativo di “mad”, “pazzo”. Il perché di quel nomignolo al tifoso lo capiremo dopo, per quanto riguarda Redknapp basta ricordare le sue parole alla presentazione del neo acquisto Dani: «È tanto attraente che non so se farlo giocare a pallone o scoparmelo». Si, proprio tutto a casa non è!

L’amichevole comincia e si capisce subito che la giornata di Diawara non sarà delle più serene. La gente di Bologna non ha creduto alla storia del rapimento e sul centrocampista piovono insulti di ogni genere. Lui è mobile come una sedia e in fase di non possesso, la sedia, giocherebbe sicuramente meglio. Dopo quindici minuti Donadoni non ne può più e al posto del guineano butta nella mischia il neo acquisto Nagy. Il magiaro si mette subito in mostra: verticalizzazioni, passaggi filtranti, assist e tiri dalla distanza. Insomma, un sogno. L’unico che proprio continua a non convincere è Acquafresca. Si muove, si sbatte, ma manco contro la squadra di Acquaviva riesce ad essere incisivo. La gente comincia mormorare e io con loro: «Basta!». «Non ti si può più vedere!». «Sono vent’anni che sei qui e giochi solo in estate!». «Non ne possiamo più!».

Steve Davies ha un “problema”. Non può proprio sopportare l’attaccante del West Ham, Lee Champman, incapace a suo dire di vincere un contrasto che sia uno contro difensori fisicamente molto meno dotati di lui. E’ lì a pochi metri dal malcapitato e lo insulta in tutti i modi possibili e immaginabili.

Donadoni è al limite della sopportazione per le ingiurie che piovono dagli spalti. Si gira e punta il dito nella nostra direzione. «Oh regaz, mi sa che Donadons ce l’ha con noi...». «No, più che altro mi sa che ce l’ha con te» puntualizza prontamente il Lollo. «Ehi tu che parli tanto, pensi di saper fare meglio di Robert?». Resto un attimo spiazzato e sento che dalla mia bocca escono parole che sono certo non aver mai pronunciato: «Certo! Che ci vuole per fare meglio di Acquafresh?».

E’ da poco iniziato il secondo tempo quando accade l’impensabile: con tutti i cambi già effettuati, Lee Chapman si infortuna per la gioia di Steve. L’attaccante esce dal campo ma Steve continua amabilmente ad insultarlo. Redknapp perde la pazienza e si volta verso lo scalmanato: «Hey, tu che critichi tanto, credi che saresti capace di giocar meglio di Chapman?». Steve, non ci pensa due volte «Certo!». Eccolo il “mad”!

E così mi ritrovo vestito come uno Stabilo Boss in mezzo a quelli che sono i miei idoli. All’inizio faccio fatica a trovare la posizione, poi però prendo il ritmo. Uno due con Rizzo, passaggio filtrante per Verdi e applausi che piovono copiosi. Allo scadere Masina scende sulla fascia, ne scarta sedici e a porta vuota, con una rabona, mi passa la palla - del resto siamo già amici e ha notato il mio potenziale -. La rete si scuote, il mio sogno si avvera. Corro sotto la curva, occupata da ultra settantenni in visibilio, con la stessa pacatezza di Destro dopo il rigore alla Roma. Se è un sogno, non svegliatemi, vi prego!

Così Steve Davies fa il suo esordio col West Ham. Gioca poco più di mezz’ora, facendo fatica all’inizio, spaesato dalla situazione e sorpreso dall’alto ritmo del calcio professionistico, poi iniziando a prender confidenza, incoraggiato dai divertiti compagni di quadra. Ma il momento perfetto arriva al 71’: l’ala Matty Holmes parte in contropiede e mette la palla in profondità per Steve che si ritrova davanti al portiere. Su quella palla ci mette tutta la forza che ha in corpo e la sfera lo ripaga insaccandosi sotto l’incrocio dei pali. Gooooaaaalll!!

Quale sia la storia vera e quella inventata lo lascio decidere a voi. Però nel 2013, durante una intervista, Steve Davies ha dovuto ammettere che il suo goal è poi stato annullato per fuorigioco. Il mio invece era buonissimo… Ma vieni!

(Un grazie al sito football-please.com dal quale ho tratto l’incredibile storia di Steve)