editoriale

Urge un ridimensionamento generale, a partire dalla società

Quello visto al San Paolo è parso un Bologna totalmente allo sbando, non tanto per il numero considerevole di reti subite ma a causa dell’atteggiamento completamente spento e arrendevole: come può, una squadra che fino a due mesi fa marciava...

Redazione TuttoBolognaWeb

Quello visto al San Paolo è parso un Bologna totalmente allo sbando, non tanto per il numero considerevole di reti subite ma a causa dell’atteggiamento completamente spento e arrendevole: come può, una squadra che fino a due mesi fa marciava in maniera a dir poco sensazionale, mettendo in mostra prestazioni convincenti e raccogliendo molteplici punti, aver cambiato rotta all’improvviso? Questa squadra sta dimostrando di essere una lontana parente di quella ammirata da novembre a febbraio; assomiglia piuttosto al Bologna sterile della prima parte di campionato, in cui ha ottenuto solo sei punti conseguendo la pochezza di due vittorie, almeno prima che Donadoni subentrasse a Rossi. Già, Rossi. Proprio lui. L’allenatore romagnolo, che io stimo profondamente sia come tecnico che come persona, è stato più volte bersagliato da critiche ingiuste (mi sento di giustificare più Delio che Donadoni, in quanto l’allenatore riminese ha dovuto lavorare con un team incompleto per troppo tempo). Non per dare contro al nostro attuale mister, ma è evidente che il primo responsabile dell’infruttuoso andamento che i rossoblù stanno seguendo è il tecnico bergamasco; sia chiaro, non dimentico ciò che di buono e prolifico ha fatto per circa quattro mesi e anzi, lo ringrazio infinitamente tuttora, ma è sotto gli occhi di chiunque la vaghezza quasi fastidiosa delle sue dichiarazioni durante le varie conferenze stampa riguardo alla sua permanenza all’ombra delle Due Torri, e ciò testimonia che l’ex allenatore del Parma non sia convinto a fondo del progetto garantitogli da Saputo, secondo le voci che circolano in quel di Casteldebole.

L’intero popolo bolognese non ha dunque gradito il modo di porsi dell’odierno tecnico felsineo, rimproverandolo di non aver mai affermato con risolutezza di voler restare nel capoluogo emiliano nonostante il futuro glorioso che ci attende (si spera) con questa società. Società che, ahimè, viene riconosciuta come ulteriore colpevole dei recenti risultati negativi, rea di non avere fatto il necessario per mantenere salda la struttura interna (l’allontanamento di Corvino ne è l’esempio più lampante), rendendo l’atmosfera sempre più greve e di conseguenza trasmettendo malumore all’ambiente. Saputo, Fenucci e Di Vaio ma soprattutto il primo, a mio parere, dovrebbe cercare di essere maggiormente presente dentro i fatti, e inoltre non è certo con fallaci rassicurazioni o fingendo che tutto vada avanti per il verso giusto che si risolve il problema, perché il cammino non sta proseguendo nella norma, complice appunto il caos totale che regna sullo sfondo. Ritengo quindi che lo scostamento di Corvino (che tra lui e Fenucci da un po’ di tempo a questa parte non corra buon sangue è ormai noto) sia stata la principale cagione dell’incrinatura all’interno del contesto petroniano, da aggiungere, forse, alla convinzione della squadra di avere già la salvezza assicurata.

Purtroppo la situazione è tutt’altro che tranquilla e serena: Carpi e Frosinone stanno pericolosamente risalendo la china cominciando ad accaparrare punti importanti per tentare la corsa che vale il mantenimento della categoria.                                                                                                                Il Bologna ora deve dimenticare la serataccia di Napoli e risvegliarsi dal torpore che l’ha accompagnato nel corso di queste partite disputate, oltre che dalla imbarazzante pochezza di gioco mostrata in più occasioni, ovviamente confidando che la situazione confusionaria in società si risolva nel migliore dei modi, guarendo un ambiente piuttosto malsano e facendo chiarezza su ogni fronte. Voglio tornare a rivivere le emozioni di cui ho goduto iniziando da quel famoso primo novembre domenicale fino ad arrivare a quell’altrettanto indimenticabile diciannove febbraio, ma sarei felice di vedere in particolare tanta grinta, mentalità e determinazione, vale a dire i fattori che ci sono mancati ultimamente. È giunta l’ora di onorare una stagione e di rimetterci una volta per tutte in carreggiata. Forza ragazzi!