editoriale

Una calma rassegnazione avvolge il Dall’Ara: “Siamo abituati alla mediocrità”

Squadra senza mordente e cattiveria, allenatore che non sa lavorare con i giovani e pubblico quasi indifferente alla situazione.

Lorenzo Romandini

Dove è finito il mio Bologna?

Quel Bologna che faceva tramare le grandi …

dove il Dall'Ara era sinonimo di paura per gli avversari e non di tranquilla passeggiata ed applausi per i loro campioni.

Dove potevamo dire: “oggi ce la giochiamo” e non: “vabbè, è la Roma quindi perdiamo facile”.

Non c'è più quello spirito combattivo, del “tutto è possibile”, dove la “provincia” poteva anche incantare e mettere in difficoltà anche le Big.

Questo trend negativo e nostalgico non lo si vede solo con il Bologna, sia chiaro; tutto il campionato di Serie A 2016/2017 è immerso in questa palude di insuccessi e misero spettacolo.

L'unica nota positiva è l'Atalanta: programmazione, settore giovanile di livello mondiale e un allenatore che sa lavorare con i giovani.

A mio avviso, questo campionato è stato fortemente condizionato dai troppi torti arbitrali a nostro svantaggio.

Come sentenzia la classifica stilata da CalcioNapoli.it saremmo in nona posizione con un totale di 42 punti, un +8 che sicuramente avrebbe tutto un altro sapore.

Squadra motivata, risultato positivo che chiama altri risultati positivi e una vista Europa che magari avrebbe stimolato maggiormente la società nel mese di gennaio, in ottica mercato.

Ma ovviamente il Calcio come del resto la maggior parte delle cose, non è fatto di “se e di ma” e quindi è nostro dovere analizzare la situazione come appare in questo momento.

Un Bologna privo di idee, senza cattiveria, senza spunti (significativa la sfida al Franchi) e con i remi tranquillamente ripiegati in barca.

Non si guarda né davanti né indietro.

Immersi in una palude di mediocrità, di continui infortuni e insoddisfazioni personali.

Emblema di questo momento, è stata la partita contro la Fiorentina: 6 punti in due partite, una brutta partita con il Sassuolo ma vinta con le unghie e con i denti e una bellissima prestazione in casa contro il Chievo (squadra scorbutica e fallosa).

Tutto faceva presagire ad un risveglio del Bologna, una rinascita in tema primaverile.

1300 tifosi al Franchi, il Derby dell'Appennino, Fiorentina senza G. Rodrìguez e praticamente senza Nikola Kalinić e cosa succede?!

UN BEL NIENTE.

Partita soporifera, ZERO tiri in porta, nessuna idea di gioco e mai la vera sensazione di poter far male ai Viola.

Una vera e propria delusione.

L'epilogo di questa stagione sembra già scritto su un libro dalla bruttissima copertina (non ti invoglia neanche a leggerlo).

Pochi punti nelle ultime 7 partite e festa grande Juventina in quel del Dall'Ara (ho già i brividi).

E per la prossima stagione? Cosa ci aspetta?

Credo, mio personalissima supposizione, che il tempo di Donadoni sulla panchina del Bologna sia terminato.

Io stimo moltissimo Donadoni, sia come uomo che come allenatore ma il suo grande difetto è quello di fossilizzarsi sulle proprie idee, di non riuscire bene a leggere la partita in corso e di non riuscire a lavorare con i giovani (e soprattutto farli crescere).

Se ci fosse stato Donadoni al posto di Delio Rossi (scuola Zemaniana) siamo sicuri che avremmo visto nascere la stella di Diawara? Cosa sta succedendo a Donsah? e l'involuzione di Nagy, Krejci e Masina?

Unica nota positiva, in ottica giovani, sono ovviamente Di Francesco e Verdi che salvano questa stagione.

Il vero grande problema è che ora come ora, di allenatori disponibili ce ne sono ben pochi.

Ballardini, Iachini, Corini li lasciamo benissimo ad altre squadre.

In estate comunque ci sarà il famoso valzer delle panchine.

I nomi che a me non dispiacciono sono: Di Francesco, il ritorno in A di Stramaccioni, Mangia, Semplici (attuale allenatore della S.P.A.L), l'appena esonerato Mandorlini da Genova o una figura di caratura internazionale come Roberto Di Matteo.

Attenzione alla non così remota possibilità di una totale rivoluzione in casa Bologna.

Fenucci e Bigon che salutano e pieni poteri alla coppia Sabatini – Di Vaio.

Nuove prospettive, altri investimenti (perché con Sabatini non si spende di certo poco) ma allora altri obbiettivi.

FantaMercato??

Tutto è possibile.

L'unica cosa certa è Saputo, l'unica nostra ancora di salvezza.

Senza di lui saremmo in coppia fissa con il Parma, con cimeli e beni all'asta.

Criticare (in maniera motivata e nei modi corretti) la squadra e l'allenatore sono nelle nostre mansioni di addetti ai lavori o di semplici tifosi.

Criticare Saputo è da irresponsabili.

I suoi 5 milioni mensili per il sostentamento della squadra, fanno vivere il nostro sogno.

Gli 11 milioni per il Restyling di Casteldebole e il progetto per il Nuovo Stadio Dall'Ara ci proiettano nel futuro.

L'unica nostra certezza.

Grazie Presidente.

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