editoriale

Un “piano B” per tornare in A

Il pareggio a reti bianche di sabato ci ha detto sostanzialmente tre cose: 1) non esistono partite facili, nemmeno se hai in squadra gli ultimi due vincitori della classifica marcatori della Serie B; 2) giochiamo peggio di un paio di mesi fa, ma...

Marco Francia

Il pareggio a reti bianche di sabato ci ha detto sostanzialmente tre cose: 1) non esistono partite facili, nemmeno se hai in squadra gli ultimi due vincitori della classifica marcatori della Serie B; 2) giochiamo peggio di un paio di mesi fa, ma conquistiamo manciate di punti in più; 2) di tutti i giocatori del Bologna, Zuculini e Laribi sono quelli di cui proprio non si può fare a meno. Analizziamo con ordine.

Che la partita di sabato potesse riservare più di un grattacapo non era un mistero: non tanto per il peso delle aspettative, con cui Lopez e tutta la squadra dovranno imparare a convivere, ma perché al Dall’Ara arrivava una squadra tutt’altro che morbida come il Pescara, terzo per rendimento esterno e tra le più in forma dell’ultimo mese nel campionato cadetto. Il Bologna ha giocato una brutta partita e, nonostante il contemporaneo impiego di Cacia e Mancosu nel finale, non è riuscito a sbloccare il risultato da un sacrosanto 0-0. Un risultato figlio di una prestazione sottotono, in cui l’unica verà occasione da gol l’ha creata (o meglio, scippata) Casarini, ma anche e soprattutto di una partita intelligente e attenta da parte del Pescara di Baroni, bravo a neutralizzare dal primo all’ultimo minuto i punti di forza di un Bologna incapace di cambiare le carte in tavola a partita in corso.

Eh sì, perché se Laribi non va (vuoi per una giornata storta, vuoi per l’ottimo lavoro in copertura degli avversari), e se Zuculini viene inspiegabilmente lasciato in panchina per tutta la partita (breve inciso: fatico a credere che quella di Lopez sia stata una pura e semplice scelta tecnica), non rimangono che un paio di cartucce a disposizione dell’armata rossoblù; e senza munizioni, anche tre armi di distruzione di massa come Cacia, Sansone e Mancosu diventano a dir poco innocue. Del resto non è un caso che proprio Zuculini e Laribi siano i due migliori uomini assist del Bologna in questo campionato, dato che da solo non è comunque sufficiente a spiegare l’importanza – ai limiti della dipendenza – di questi due giocatori per le sorti (anche future) del Bologna in questo campionato.

Se Laribi non va e Zuculini non c’è, si fa tremendamente fatica a creare gioco. Mister Lopez ha avuto il grande merito di dare una precisa identità alla squadra e al gruppo, ma dovrà riuscire ad inventarsi qualcosa di nuovo, di diverso, per riuscire a cambiare le carte in tavola a partita in corso. L’innesto di Mancosu e il contemporaneo slittamento di Sansone in posizione di trequartista e di Laribi nel ruolo di mezzala non hanno sortito effetti evidenti perché non hanno cambiato la storia tattica della partita, che raccontava di un Bologna cocciuto nel voler scardinare la cassaforte-Pescara utilizzando la stessa identica combinazione numerica, ostinandosi a giocare per vie centrali (ancor di più dopo l’ingresso dell’ex-Trapani) anziché provare ad allargare il gioco.

Non ingannino le due vittorie di Lanciano e Chiavari, arrivate sì in rimonta, ma grazie più alla feroce determinazione della squadra nei momenti decisivi e ad un paio di episodi favorevoli (tra cui i due gol su palla inattiva) che a reali svolte tattiche operate dal tecnico uruguaiano. Il materiale a disposizione c’è – e in abbondanza, anche grazie al lavoro di Corvino nel mercato che si chiude oggi – e la voglia di far bene anche, ne sono sicuro. Insomma, ad un Bologna pur sempre (anzi, ancor di più) secondo, potrebbe servire un “piano B” per assicurarsi senza troppi patemi la promozione in Serie A. Quale sia, lo lascio scegliere con fiducia a Diego Lopez.