editoriale

S.P.Q.R. Senza Portanova Quali Risultati?

‘’Roma caput mundi’’, recita un antico brocardo che ben sintetizza la settimana che hanno attraversato i rossoblù: da un lato bisognava preparare la partita contro la Roma di Zeman che all’andata ci ha...

Redazione TuttoBolognaWeb

‘’Roma caput mundi’’, recita un antico brocardo che ben sintetizza la settimana che hanno attraversato i rossoblù: da un lato bisognava preparare la partita contro la Roma di Zeman che all'andata ci ha fruttato i primi 3 punti in campionato, dall'altro c'è stato il concitato addio dell'ex capitano del Bologna, il laziale Daniele Portanova. Tra le vicende più avvincenti di questa finestra di mercato di gennaio, a sorpresa, troviamo proprio il passaggio al Genoa del difensore romano i cui rapporti con la società si erano fatti ‘’leggermente’’ idiosincratici come ha affermato anche mister Pioli lasciando intendere che forse l'armonia nello spogliatoio si era rotta, assieme a qualche altra cosa dei tifosi del Bologna. Insomma, la Portanova-story è destinata a essere ricordata come una delle poche cessioni al mondo che lascia entrambe le tifoserie rossoblù con l'amaro in bocca (noi per aver salutato il capitano a metà campionato, loro per aver preso, non certo gratis, un ‘’giovanotto’’ classe '78) ma che fa contente tutte e tre le parti contraenti. Ma andiamo con ordine. Da un lato c'è Giochi Preziosi che ha portato alla sua corte una pedina fondamentale dello scacchiere di una diretta concorrente per la salvezza, nonché grande talismano portafortuna (il bel Daniele non è mai retrocesso nella sua lunga carriera... ); dall'altro c'è mister Guai-raldi che ha una leggera passione per il verbo ‘’vendere’’. Pare infatti che già avesse trovato un accordo con la Orogel per far diventare lo stupendo prato del ‘’Dell'Ara’’ una gustosa insalata in busta, di quelle che si trovano in tutti i supermercati, ma poi c'è rimasto male quando ha scoperto che lo stadio è comunale e dunque non è sotto la sua longa manus. E in mezzo c'è il duo Portanova-Materazzi (dov'è Zidane quando serve?! Ah no, è il fratello... ): da un paio di stagioni a questa parte hanno accettato di buona lena gli ammiccamenti di varie squadre (Siena, Lazio, Napoli uber alles), un po' come fa il classico fidanzato, magari fedelissimo per l'amor del Cielo, che però non disdegna gli altrui occhi addosso. Oppure rigirate questa frase al femminile, non vorrei mai generare il più bieco scontro uomini contro donne. Unite questi tre ingredienti con dosi a vostro piacimento e otterrete la ricetta perfetta: Portanova al Genoa! Se sarà una frittata lo scopriremo solo vivendo, per citare il grande Lucio e per restare in tema di laziali famosi. A proposito! E la Roma?! In tutto ciò è stato bravo il Billy Bob Thornton parmense (Pioli) a far restare la squadra sul pezzo, come dice sempre lui, tant'è vero che ne è uscito il classico pareggio a due facce, proprio come il mitologico Giano: un punto contro la Roma fa sempre gola, considerato che ha una batteria offensiva da far paura, ma per come è maturato, per i due legni presi da Alino nel finale (sui quali Goicoechea non c'era) e per alcune nostre imprecisioni difensive che potevano essere evitate (e che, a onor del vero, ci sono state anche nella recente era-Portanova), alla fine un po' di amaro in bocca resta. Ma tutto sommato io sono contenta: contro la squadra allenata da Zeman (oggi ho incontrato sua moglie per strada, la signora Zewoman), con ottimi giocatori come Totti (che appena viene sfiorato va a terra per fallo di ‘’lesa maestà’’), Osvaldo belli-capelli, Bradley che invece quest'autunno deve essere stato vittima di un telogen effluvium molto pesante o Florenzi che sembra il ragionier Filini senza occhiali, poteva andare anche peggio. Un neutrale si è certamente divertito a guardare questa partita: sembrava la classica sfida a biliardino nella quale lo spazio tra difesa e attacco è praticamente nullo e ogni azione può essere decisiva, complici due portieri non proprio impeccabili (non che ce ne siano in questa Serie A) che, stranamente, non hanno invocato la bella giornata di sole come giustificazione per le parate non proprio ferree. Già, stavolta Bologna-Roma è capitata in un lunch-time dai colori quasi primaverili, in barba ai recenti rinvii per neve o altro: ironia del caso, l'unica volta in cui bisognava non giocare la partita, quel maledetto 11 febbraio 2001 che mai dimenticherò, ciò non è successo e i giallorossi hanno vinto mentre noi tutti piangevamo ancora per il nostro Niccolò che aveva esordito proprio contro la Roma nella gara d'andata. Ecco, ricordando queste beffe del destino, capite perché mi tengo stretta il punticino portato a casa stavolta, nonostante i legni e un po' di iella generale? Anche perché adesso verranno due partite alla nostra portata (Pescara e Siena) e da questi appuntamenti capiremo molto sul prosieguo del nostro torneo: se riusciremo a fare un ghiotto bottino (cosa non impossibile, senza offesa per le suddette due squadre) allora potremo rilassarci tutti di più, altrimenti per calcolare l'agognata quota salvezza dovremo cominciare a cacciare dai cassetti pallottolieri e calcolatrici. E amuleti, proprio com'era il nostro Portanova, quel giocatore che lasciò il Siena praticamente con lo stesso copione di com'è successo oggi con noi e subito dopo i toscani dovettero dire addio alla Serie A. Io sono una cittadina campana atipica (non s'era capito?) in quanto non sono molto scaramantica e credo fermamente che i nostri uomini passano raggiungere ottimi risultati senza quasi più dipendere da nessuno, perché il signor Pioli ci ha dato una cosa che ci mancava da anni: la mentalità. E poi i calciatori vanno e vengono, l'amore per la maglia invece è eterno, esattamente come l'esistenza di Andreotti e le repliche in TV de ‘’Il Commissario Rex’’. In fondo Portanova 4 anni fa, con qualche capello in più e qualche chilo in meno, arrivò controvoglia a Bologna in quanto non avrebbe mai voluto lasciare il suo Siena e poi sappiamo com'è andata. Dunque, nella vita tutto è possibile: tra altri 4 anni può darsi che Daniele sarà stato solo un bravo ''operaio'' alla corte di Preziosi o che, viceversa, sarà nato un grande connubio tra lui e la piazza genoana. E magari lo sentiremo dire: ‘’Amo la maglia rossoblù’’. Ma stavolta non sarà la nostra...