editoriale

Sosta benedetta, ma oltre ai moduli serve la fame

Obiettivamente mi viene da ridere quando sento dire che la gara di domenica sarà “il crocevia della nostra stagione”, “lo spartiacque che ci farà capire chi siamo”, “la gara che segnerà il nostro...

Giacomo Bianchi

Obiettivamente mi viene da ridere quando sento dire che la gara di domenica sarà “il crocevia della nostra stagione”, “lo spartiacque che ci farà capire chi siamo”, “la gara che segnerà il nostro destino”. Calma, molta calma. Sarà una gara difficile, con una squadra che ha iniziato la stagione nel peggiore dei modi venendo eliminata nei preliminari di Europa League da una formazione sconosciuta a livello europeo, che ha avuto i suoi uomini più rappresentativi sul punto di essere ceduti fino agli ultimi secondi di mercato, e che ha già esonerato il suo vice-allenatore (faccenda tutta particolare, che sarebbe da approfondire nel dettaglio, perché la tesi del “Cagni è stato esonerato perché la squadra non aveva la giusta impostazione difensiva”, è tutta da valutare). Difficoltà iniziali, con Zenga sul punto di essere cacciato a metà luglio, che però si sono tradotte con quattro punti nelle prime due giornate di campionato, il miglior attacco del torneo ed Eder capocannoniere della serie A. Ecco dunque che ci sarebbero tutti i presupposti per uscire con le ossa rotte da Marassi e, nel caso dovesse succedere, personalmente non ne farei una tragedia. Bisogna sempre capire chi si ha di fronte e che tipo di partita ci aspetta, prima di lanciare certi proclami e cominciare a preoccuparsi. Sapevamo che l'inizio di campionato sarebbe stato complicato, perché avremmo incontrato due squadre -Lazio e Samp- che lo scorso anno avevano fatto benissimo, e una squadra solida, organizzata e sostanzialmente immutata, come il Sassuolo. Giocare nelle prime gare con queste formazioni, che ripartono sullo slancio della stagione precedente, può essere molto più pericoloso che affrontare una big che ha cambiato tanto (leggere alla voce Juventus). Allo stesso tempo, continuare a leggere lo 0 in classifica accostato al nome del Bologna, farebbe preoccupare anche il più ottimista tra gli ottimisti, come è normale che sia. Zero punti in tre partite sono un bottino decisamente misero, ma mi ripeto, bisogna capire il momento e la situazione: oggettivamente, tornare da Genova sconfitti ci può stare, anche se si arriva da due sconfitte consecutive. Bisognerà poi essere bravi a vincere in casa contro il Frosinone, ma questa è un'altra storia.Penso che la sosta, però, sia capitata nel momento migliore, e sia stata una manna celestiale per Delio Rossi e i nuovi arrivati. “Non possiamo salvarci, battiamo solo 1-0 la Primavera.” e simili -discorsi sentiti, immagazzinati e messi da parte- sono frasi che lasciano il tempo che trovano, chiaramente. C'era bisogno di questi quindici giorni per creare amalgama con gli ultimi arrivati, dare un' organizzazione alla squadra, capire come sviluppare questo 4-3-3 che idealmente mi piace e mi stuzzica tantissimo, ma che ha bisogno di riscontri confortanti sul campo. Rossi ci ha lavorato tutti i giorni, sta continuando a farlo e sono convinto che si possa arrivare a qualcosa di buono. È un Bologna attrezzato e “lungo”, come non si vedeva da anni, un Bologna che inevitabilmente all'inizio deve vivere di esperimenti e di prove. Non so se il 4-3-3 con due ali esterne, Giaccherini e Mounier (e la conseguente rinuncia a Brienza), sia il modulo migliore, però sono sicuro che se le cose non dovessero andare come tutti speriamo, ci saranno soluzioni alternative.Si può parlare di tattica per ore, ma alla fine dei giochi, la differenza non la fanno i moduli o gli schemi preparati in allenamento. La differenza viene fatta dalla “fame” e dalla “voglia” che ogni giocatore mette in campo quando la domenica si infila gli scarpini.Mi aspetto proprio questo, da un gruppo di veterani e giovincelli: la voglia di vincere e di portare a casa i tre punti ogni settimana, andando incontro a degli errori, ma con la consapevolezza di avere dato tutto sul campo. Potranno esserci sconfitte e delusioni, ma alla lunga, il lavoro e la “fame” premieranno e ci potremo togliere delle soddisfazioni tutti insieme.