editoriale

Sognando Saponara si chiude per Verdi: il Bologna è pronto per Castelrotto

La stagione ufficiale del BFC è pronta a prendere il via: tra sogni e realtà le premesse e le basi sono solide per incominciare con il piede giusto.

Matteo Ragazzi

Ormai ci siamo: la nuova stagione del Bologna incomincia a prendere forma con il ritiro imminente di Castelrotto. E dopo i test fisici possiamo contare su una buona notizia in più: la rosa c'è, o quasi. Nessuna cessione, solo la mancata permanenza di Giaccherini, e pensando alla situazione presente in casa rossoblù ad un anno esatto dalla promozione in Serie A possiamo tirare tutti quanti un respiro di sollievo.

L'ossatura è solida, la stessa della stagione appena trascorsa: nel calcio, ma nello sport in generale, la continuità tecnica è uno dei fattori chiavi per crescere e innalzare il proprio livello. Non solo, perché non basta: se tutte le squadre hanno ceduto uno o più pezzi pregiati prima di acquistare (Atalanta - De Roon, Sassuolo – ctrl+c ctrl+v Vrsaljko per esempio) la società capeggiata da Saputo non ha ancora fatto cassa. Un chiaro segnale di forza. E come se non bastasse la rosa è stata puntellata nel reparto più bisognoso di rinforzi immediati, ossia il parco attaccanti. Un mercato intelligente, che prova a  risolvere uno dei maggiori e più frequenti problemi di buona parte dei club di fascia medio-piccola: l'assenza di alternative credibili. Perché tra Di Francesco, Krejci e Verdi probabilmente il mister sarà chiamato a trovare un titolare, ma intanto Donadoni potrà contare in ritiro già da subito su un gruppo folto di ragazzi talentuosi per intrecciare le prime trame d'attacco per mettere nelle migliori condizioni il bomber Mattia Destro.

Verdi, già Verdi: un talento ancora largamente inespresso, un trequartista eclettico in grado di aggiungere quella dose fondamentale di imprevedibilità. Il tutto a costi contenuti: il valore del cartellino del classe 1992 si aggira sui 2 milioni di euro, lo stipendio percepito a Carpi invece era di circa 200.000 euro. Una scommessa a buon mercato che condivido e che evidentemente palese un obiettivo di Bigon: abbassare il monte ingaggi, storicamente troppo alto in casa rossoblù alla luce dei risultati ottenuti a fine stagione.

Una costruzione più da 4-2-3-1 che da 4-3-3, ma poco cambia conoscendo la duttilità dei neo rossoblù. L'unico rebus, inscindibile, è la scelta del centrocampo titolare e la punta di diamante da affiancare all'attuale numero 10 rossoblù. Giocando a carte scoperte: trattenendo Diawara si potrebbe anche arrivare ad un Iturbe, magari a mercato inoltrato e in prestito con diritto di riscatto. Nel caso in cui si volesse alzare il tiro, però, la cessione di Amadou sarebbe la base da cui ripartire: il che significherebbe molto probabilmente Riccardo Saponara. E anche qui è necessario aprire una parentesi. Dovrebbe arrivare un'offerta congrua per il nostro gioellino, e come si vocifera la Roma potrebbe avanzarne una davvero importante: una parte cash consistente e una contropartita tecnica da individuare tra i giovani giallorossi. Il club capitolino pare non credere troppo in Paredes, un motivo già sufficiente per insistere sul brillante talento ex Empoli che comunque ha mercato: a mio parere superiore a Diawara nel complesso come centrocampista moderno, non sarà facile, ma bisogna provarci.

Su Saponara, però, il Milan è rimasto parecchio tempo in pressing. Il cambio societario potrebbe cambiare i piani riguardanti il mercato estivo e la volontà di assemblare un Diavolo a tinte azzurre ricercando un nome più a effetto: ecco quindi il forte interesse per Pjaca e l'offerta sproposita di 28 milioni più due di bonus.

Sliding doors a parte il Bologna c'è ed è pronto, non un dettaglio scontato e insignificante, soprattutto pensando ad un anno fa.

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