editoriale

Saputo più denaro uguale sogni di gloria? Non è sempre così

Non ci saremmo mai aspettati cinque sconfitte nelle prime sei partite e, per quanto sapessimo che sarebbe stato un avvio difficile per via del calendario, speravamo che le cose sarebbero andate diversamente. Forse il ritorno in serie A...

Giacomo Bianchi

Non ci saremmo mai aspettati cinque sconfitte nelle prime sei partite e, per quanto sapessimo che sarebbe stato un avvio difficile per via del calendario, speravamo che le cose sarebbero andate diversamente. Forse il ritorno in serie A accompagnato da una grande ondata di entusiasmo aveva fatto pensare a chissà quali meraviglie rossoblù in questa nuova stagione, forse il fatto di avere come chair-man uno degli uomini più ricchi del mondo aveva fatto pensare ad un campionato di primo livello, e probabilmente ci siamo scordati quello che siamo: una neopromossa, una squadra che -per quanto faccia soffrire e faccia rabbrividire sentirlo dire- è dello stesso livello di Carpi e Frosinone ed è inferiore a Chievo, Udinese e Sassuolo. Lo dicono i numeri, che non sbagliano mai e che dicono sempre la verità: il Bologna è là in fondo, in compagnia di altra gente, e ci rimarrà per ancora un bel po' di tempo. Non illudiamoci che l'equazione “Saputo=Denaro=Sogni di gloria”, diventi realtà in questa stagione; la realtà dice che dovremo soffrire come dei matti, subire umiliazioni in trasferta e perdere immeritatamente delle partite a cinque minuti dalla fine. Bisogna svegliarsi e rendersene conto, bisogna dimenticare i sogni di gloria che potrebbero aleggiare attorno a questa squadra per via della sua proprietà, bisogna pensare che la realtà parla di una squadra che sarà coinvolta nella lotta per non retrocedere fino alla fine. Non sono uno statistico, non so se questo sia uno dei peggiori inizi di campionato della storia del Bologna, e sinceramente non mi interessa nemmeno più di tanto. Perchè, per quanto sia conscio delle difficoltà e dei problemi che ha questa squadra, rimango fiducioso, continuo a pensare che questo calendario sia stato molto condizionante e che delle prime sei partite, l'unica grande colpa del Bologna sia stata quella di non avere fatto nemmeno un punto contro l'Udinese. Per il resto? Bene la vittoria con il Frosinone, mentre le altre sono state sconfitte ampiamente pronosticabili e non vedo un grosso problema nell'avere perso a Firenze, Genova e Roma. Chi si aspettava di fare risultato in quelle gare, beh, non ha ben capito che Bologna è una neopromossa e che essere ricchi non significa implicitamente avere punti in classifica. Rimango poi esterrefatto dalle critiche mosse verso Corvino in merito alla rosa che ha costruito. Sarò forse idealista e forse mi fido fin troppo del suo passato, però queste accuse nei suoi confronti mi trovano totalmente in disaccordo. C'era qualcuno che pensava davvero che venisse costruita una squadra con cinque-sei uomini di primissimo livello? È veramente quello che la gente si aspettava? Guardiamo solo agli indisponibili di ieri, ovvero Giaccherini (perchè sì, è stato inspiegabilmente schierato ma era indisponibile), Gastaldello e Donsah: vero, non stiamo parlando di fenomeni, ma si tratta di giocatori che possono aumentare la qualità e il livello di una squadra. Il primo con la qualità e il suo modo di giocare, il secondo con l'esperienza e la leadership, ed il ghanese con la corsa e l'entusiasmo che ha fatto vedere quando è sceso in campo. Tre cose che nella gara di domenica sono mancate, e che, in generale, sono mancate tantissimo in queste prime sei partite. Adesso è normale e giusto arrabbiarsi, innervosirsi ed essere scontenti di questo Bologna, ma questa è la serie A: nessuno regala nulla, e bisogna essere più bravi della sfortuna e delle assenze. Il Bologna fino ad ora non lo è stato, anche per meriti avversari. Diciamola così, siamo nella fase di “studio”, e di “ambientamento” in serie A, con un gruppo nuovo che si sta formando. Si stanno facendo errori di inesperienza, anche questi necessari. Sono dell'idea che tutto questo faccia parte del processo di crescita e che tra tre o quattro mesi, gare come quella di domenica o come quella contro il Sassuolo, finiranno in un'altra maniera.