editoriale

Saputo merita la nostra pazienza

Purtroppo mi duole constatare che le cattive abitudini della piazza di Bologna tornano puntualmente in voga, ogni qual volta i risultati della squadra alternano settimane positive ed altre negative. Quello che stiamo pagando a livello di...

Alberto Torreggiani

Purtroppo mi duole constatare che le cattive abitudini della piazza di Bologna tornano puntualmente in voga, ogni qual volta i risultati della squadra alternano settimane positive ed altre negative. Quello che stiamo pagando a livello di classifica, non proviene da una crisi di gioco, da problemi di tenuta fisica o altro. Se abbiamo solo nove punti, lo si deve in gran parte ad una serie di episodi che ci hanno penalizzato. Le sconfitte interne con Sassuolo, Udinese e Palermo gridano ancora vedetta, sia per errori arbitrali, sia per componenti legate più al caso che ad altro. Il calcio è un gioco in cui uno più uno non fa sempre due e non sempre il risultato rispetta meriti e demeriti delle squadre in campo.

Credo quindi che la ventata di ottimismo che si respira con lo sbarco di Donadoni e dopo la vittoria per 3 a 0 contro l'Atalanta, sia un tantino esagerata, soprattutto se paragonata al pessimismo disfattista che si percepiva fino alle ore 14,59 di domenica scorsa. Purtroppo credo che l'andamento altalenante della squadra ci caratterizzerà ancora per un po' e credo anche che Destro passerà ancora altri momenti senza segnare. Ovviamente non lo spero, ma sono realista, a volte gira bene ed a volte gira male, credo sia nella normalità delle cose. E' il nostro atteggiamento di tifosi che non dovrebbe cambiare in modo così repentino in base al risultato.

Dal primo momento in cui è atterrato a Bologna, Saputo ha parlato di un progetto a lungo respiro basato sui giovani. Ma i tifosi bolognesi avranno la pazienza di aspettare che questi giovani crescano e maturino? Io comincio ad avere dei dubbi, se pensiamo che fino alla vittoria con l'Atalanta, il concetto di “progetto giovani” sembrava diventato una sorta di parolaccia, questo la dice lunga su come siamo lontani dal diventare una tifoseria matura e capace di attendere la fine del campionato, prima di affossare questo o quel dirigente. In molti hanno criticato Corvino per le sue scelte ritenute troppo avventate, tanto che lo stesso in conferenza stampa le ha poi rivendicate, ribadendo con convinzione i concetti espressi fin dall'inizio: il progetto è ambizioso, coraggioso e di lungo respiro. Il Ds rossoblu ha inoltre dichiarato che avrebbe rifatto le stesse scelte anche alla luce dei risultati negativi, dimostrando, a mio giudizio, professionalità e fiducia nelle proprie idee.

Se il progetto giovani andrà avanti, questo dipende anche da noi tifosi, che siamo i maggiori “fruitori del servizio”. Ecco perché io credo, dobbiamo adattarci e se anche non ci convince, dobbiamo fidarci, accettando le difficoltà iniziali, ma potendo al tempo stesso sognare un futuro roseo. Chi voleva risultati immediati, dovrà rivedere le proprie aspettative: come hanno dichiarato i dirigenti dal primo giorno dell'insediamento e come ha ripetuto Saputo nei video sul sito ufficiale, questo è un progetto a lungo termine e quest'anno dovremo soffrire, poiché abbiamo costruito da zero una squadra tutta nuova, fatta di tanti prospetti con poca esperienza, che dovranno crescere negli anni. Alcuni come Diawara ad esempio, sono emersi subito, altri ci metteranno più tempo, altri si riveleranno acquisti sbagliati, insomma è difficile se non impossibile fare previsioni ora.

Anche perché pensate, se fosse così facile fare plusvalenze con i giovani, qualsiasi imprenditore investirebbe nel calcio. In realtà, come sappiamo bene, questo è un mondo dove gli investimenti da parte dei presidenti tendono ad essere molto spesso a fondo perduto e solo poche società modello sono autosufficienti, in grado cioè di sopravvivere, senza continui aumenti di capitale da parte dei finanziatori. Qui c'è la volontà di creare una società così, una società che con le plusvalenze sia in grado di guadagnare o perlomeno di autofinanziarsi. Purtroppo però non possiamo prescindere dall'anno zero e non esiste una via più facile per mettere in piedi un progetto di questo tipo.

Ecco perché la tanto idolatrata giusta alchimia di giovani e veterani stride con il vero progetto di Saputo. Non si poteva rimandare, il progetto doveva partire subito, anche mettendo in preventivo periodi di grande sofferenza, per la mancanza di esperienza o di leader in campo. Per fare un esempio: se avessimo confermato Matuzalem, difficilmente Diawara, avrebbe avuto tutto quello spazio e probabilmente avrebbe giocato in Primavera. Questo non significa che con Matuzalem saremmo in zona salvezza, ma forse un giocatore di quel tipo in mezzo al campo ci avrebbe fatto comodo. Tuttavia, come ripeto dall'inizio del campionato, io sposo in toto questa politica, più rischiosa, ma potenzialmente molto più ambiziosa.

Il leader a fine carriera ci sarebbe servito forse nell'immediato, ma qui si pensa in grande e soprattutto si ragiona con lungimiranza. Io credo che tutti noi bolognesi dovremmo accettare questa politica, semplicemente perché a pensarla così è quella persona che ci ha salvato e ci sta provando a rilanciare. E allora guardiamo oltre il nostro naso ed oltre il risultato e soprattutto fidiamoci di Saputo e dei collaboratori che ha scelto, stiamogli vicino e appoggiamolo in quello che fa, perché lo fa anche per noi.

Lui mette i soldi e l'unica cosa che ci chiede è un po' di pazienza. Credo che se la meriti.