editoriale

Regular season giunta al termine, analisi di un tracollo

Ormai ci siamo, dopo Bologna – Virtus Lanciano scatterà la fase due di questo campionato cadetto. Fase bollente, ad essere onesti. Come spesso ci siamo trovati a raccontare, anche il prossimo match, per motivi triti e ritriti, diventa...

Matteo Ragazzi

Ormai ci siamo, dopo Bologna – Virtus Lanciano scatterà la fase due di questo campionato cadetto. Fase bollente, ad essere onesti. Come spesso ci siamo trovati a raccontare, anche il prossimo match, per motivi triti e ritriti, diventa fondamentale per non vivere con la perenne fastidiosissima sensazione di rincorrere un obiettivo che costantemente si allontana. Parlare di fallimento non sarebbe giusto, e probabilmente si rischierebbe di cadere in una spirale di pessimismo che non aiuta e non può aiutare a comprendere i motivi di un pesantissimo tracollo. E' anche vero che non siamo qua a raccontare favole, qualcosa non ha funzionato, è palese e sotto gli occhi di tutti da infiniti mesi a questa parte. “Qualcosa non ha funzionato” non serve per tracciare un bilancio provvisorio, però riflettendo sono riuscito a trovare i miei perchè.

Da inizio campionato, anzi, dalla preparazione estiva, qualcosa non ha funzionato. Così come l'obiettivo promozione diretta che lentamente, ma altrettanto inesorabilmente si è allontanato, così i rossoblù hanno faticato nell'ottenere una condizione fisica e/o mentale smagliante. Pensateci: quante volte nel giudicare le prestazioni altalenanti di Cacia, la scusa maggiormente utilizzata è stata un semplice: “Eh, ma non ha fatto la preparazione”, “Eh, ma era ferma da un anno”. Vero, tutto vero. Discorso analogo per Maietta, infatti il centrale ex Hellas non ha vissuto da protagonista il primo anno di Serie A dopo una splendida cavalcata che, al contrario, lo aveva consacrato capitano degli scaligeri e migliore difensore della Serie B. Per completare lo scheletro portante degli undici titolari, anche Francelino Matuzalem può essere iscritto a questa non esaltante lista. Qualche acciacco e ovvie ragioni anagrafiche hanno rallentato l'esplosione del miglior Matuzalem, entrato in condizione a campionato già iniziato. Senza contare che anche il preziosissimo Zuculini ha tardato a rendersi protagonista e trascinatore. Motivo? Problemi fisici, e conseguente ritardo di condizione. Ancora una volta. Così come Improta, acquistato già infortunato. Discorso diverso per Acquafresca: l'attaccante ex Cagliari non calcava con continuità un campo da calcio da tempo immemore, Lopez ha avuto il grande merito di recuperare Robert prima psicologicamente, poi fisicamente. Come si può facilmente intuire, sono troppi i protagonisti della prima parte di campionato a non essere arrivati alla linea di partenza in condizioni ottimali.

Il disco non cambia (purtroppo) osservando il mercato di riparazione: il gruppo già falcidiato dagli infortuni di Buchel e Zuculini avrebbe potuto contare sugli innesti del blocco Samp composto da Gastaldello, Krsticic e Sansone. Il contributo dell'esperto centrale e dell'attaccante ex Sassuolo non è mancato, ma è altrettanto vero che entrambi hanno patito una condizione fisica latitante dovuta al moderato utilizzo in quel di Genova. Per Nenad bisogna tirare in ballo anche i costanti problemi fisici sofferti dal centrocampista serbo, capace di illuminare solo a tratti il gioco con il suo talento. Riassumendo abbastanza il concetto: il tecnico ha raramento beneficiato della rosa al completo. Incidenti di percorso che né il Carpi, né tantomeno il Frosinone hanno dovuto affrontare con la stessa intensità dei rossoblù. In un computo totale di quarantadue partite sono dettagli che fanno la differenza, e alla lunga determinano il successo o il fallimento di un progetto. Non si cercano scuse, sia chiaro, ma solamente spiegazioni alle problematiche di un rendimento fin troppo lunatico. E' presto per parlare di fallimento: vincere con il Lanciano, poi testa ai playoff, a fine percorso potremmo tirare le somme.