editoriale

Percorso Inter-rotto, ma Rossi non è il solo responsabile

di Alessandro Reni

Redazione TuttoBolognaWeb

Dopo una vittoria ottenuta sul filo di lana ai danni del Carpi, il Bologna torna a inciampare contro l’Inter sotto gli occhi dei propri tifosi (e di Saputo) che si sono ritrovati a digerire l’ottavo boccone amaro di questa stagione. Questo ennesimo k.o., specialmente nel modo in cui è avvenuto, deve far riflettere: ancora una volta la squadra rossoblù esce sconfitta a causa di amnesie difensive e pagando a caro prezzo le prestazioni sempre più deludenti di un attacco che non riesce a incidere. Gli errori di Gastaldello e Ferrari sulla rete subita prima, e la clamorosa occasione sciupata da Destro nell’ultimo minuto di recupero poi, sono il chiaro segno di una difesa colabrodo che commette ingenuità colossali e di un attacco il quale, le poche volte che tenta di pungere, non trova comunque l’appuntamento con il gol. Tutte queste concatenazioni di eventi fanno sì che il Bologna sia sul fondo della classifica con il reparto avanzato peggiore della Serie A e con quello arretrato che fa acqua da tutte le parti. Contro i nerazzurri, però, i felsinei hanno disputato una buona partita nel complesso: la banda di Rossi ha tenuto testa a Icardi e compagni per più di un tempo, impedendo loro di rendersi realmente pericolosi e chiudendo ogni spazio nel miglior modo possibile; con l’espulsione di Felipe Melo per il secondo brutto fallo commesso su Rizzo, decisione arbitraria che ha scatenato la conseguente reazione rabbiosa di Mancini a cui poco dopo seguirà la stessa sorte del centrocampista brasiliano date le continue proteste, il Bologna ha creduto anche di poter strappare un successo, speranza che aleggerà solo per pochi minuti perché l’Inter troverà poi il vantaggio grazie ad una rete di Icardi, la terza in campionato del centravanti argentino, punendo una difesa responsabile di errori che nella massima serie il più delle volte possono risultare fatali. Nonostante il gol della punta nerazzurra, i rossoblù non si sono comunque dati per vinti (al contrario degli scorsi match dove tendevano a demoralizzarsi) e hanno tentato di reagire portandosi più volte in area avversaria senza mai concretizzare, se non allo scadere del recupero quando Destro, entrato alcuni minuti prima al posto di Rizzo, sbaglia l’impossibile sparando in faccia ad Handanovic l’ottimo pallone servitogli su un piatto d’argento da Brienza, divenendo poi bersaglio principale dei sacrosanti fischi della tifoseria di casa. L’attuale rendimento dell’attaccante ascolano è inspiegabile se si considerano gli innumerevoli gol segnati nella sua breve carriera, alcuni anche spettacolari: tutti si ricorderanno o avranno avuto modo di ammirare la sua rete da fuori area quando vestiva la maglia della Roma, che ritengo debba rimanere negli annali del calcio italiano.

L’avventura di Rossi dunque, dopo l’ottava disfatta, è davvero giunta al capolinea questa volta: al suo posto subentrerà Donadoni. Il tecnico romagnolo non ha nemmeno fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo e a godersi appieno la tregua concessagli dopo il trionfo contro il Carpi che subito ritorna sulla graticola e nel giro di alcune ore viene esonerato. Personalmente credo che Rossi sia l’ultimo colpevole di questa situazione: l’allenatore riminese è stato vittima di un mercato insufficiente e tardivo, tradito da un attacco per nulla prolifico e da una difesa fragile come burro, trascurato da una società indecisa e poco lucida. Che colpa può avere l’ex coach sampdoriano se Destro si sta dimostrando un lontano parente di quello visto a Roma? Quali responsabilità gli si possono attribuire se i difensori su cui può contare commettono errori così grossolani? Secondo me l’unica cosa che gli si può rimproverare è quella di non aver detto la sua quando era il momento propizio, vale a dire quando si trovava ad avere a che fare con un gruppo scarseggiante di titolari ma ricolmo di troppe seconde (o terze) scelte dal ritiro precampionato di Castelrotto fino a circa inizio settembre, quando ha dovuto assemblare un gruppo totalmente rinnovato in pochissimo tempo, potendo lavorare con l’organico al completo soltanto dalla terza giornata in poi; qualsiasi allenatore si sarebbe trovato in difficoltà nel trovare l’amalgama giusta in queste condizioni. Detto questo, ormai che la permanenza di Rossi a Casteldebole è arrivata all’epilogo (oggi la squadra ha svolto un allenamento a porte chiuse col tecnico della Primavera Magnani una volta che la società ha reso pubblico il suo sollevamento dall’incarico), mi sento di ringraziare l’ormai nostro ex mister perché, malgrado non sia stato in grado di dare un’impronta ma soprattutto un’identità di gioco a questa squadra, lo reputo da sempre un grande allenatore (i risultati ottenuti in carriera parlano per lui), molto serio e preparato ma, ahimè, troppo aziendalista; a lui va comunque il merito, seppur non con prestazioni encomiabili, di averci riportato nel calcio che conta. Adesso si riparte con Donadoni, sperando che il Bologna cambi presto marcia, perché è ora di portare a casa dei punti e per farlo è necessario trovare la mentalità giusta: speriamo che il tecnico bergamasco riesca in questo arduo compito in cui Rossi, non soltanto per suoi demeriti, ha miseramente fallito.