editoriale

Non si potrà vincerle tutte ma provarci è un obbligo

Non è arrivata la quinta vittoria in fila del Bologna, e l’avverbio da aggiungere è “giustamente”. La gara di ieri è finita infatti con un pareggio che il Pescara ha meritato di portare a casa, sia per la sua...

Luca Lollini

Non è arrivata la quinta vittoria in fila del Bologna, e l’avverbio da aggiungere è “giustamente”. La gara di ieri è finita infatti con un pareggio che il Pescara ha meritato di portare a casa, sia per la sua partita ordinata sia perché i rossoblù hanno creato una sola, vera, occasione da gol: troppo poco. Un passaggio a vuoto, in termini di gioco e concretezza, già vissuto nel girone d’andata dal Bologna (penso a Vicenza e Modena) ma che oggi viene squadrato in maniera molto diversa: la squadra sta mutando, le aspettative si sono alzate, la Serie A la si vuole senza condizioni.

E prestazioni a metà (anzi meno) come quella di ieri non avranno attenuanti di sorta, perché da qui in avanti il Bologna di performance sottotono non se ne potrà permettere. A meno che, o di riffe o di raffe come a Chiavari, i tre punti non arrivino lo stesso. Sette giorni fa la squadra di Lopez aveva offerto una prestazione simile a quella contro il Pescara, e solo in virtù di un’avversaria di livello inferiore a quella di ieri era riuscito a ottenere la vittoria. Affrontare gli abruzzesi mettendo in campo quel poco che abbiamo visto, invece, ha significato congelarsi su un pareggio mediocre: non potremo vincerle tutte, come ricorda l’intero staff, ma provarci di più è un obbligo per questa squadra.

Il primo tempo è stato regalato al Pescara. Atteggiamento troppo morbido, quasi remissivo, quello dei rossoblù, e tutti i dubbi iniziali sull’esclusione di Zuculini sono stati confermati: in assenza di problemi fisici, l’argentino è un giocatore basilare per il Bologna. E siccome di problemi fisici non abbiamo avuto notizia, si è trattato di un errore da parte di Lopez. Anche perché questo Buchel è ancora il fantasma del dominatore della mediana che era stato il miglior uomo del Bologna durante l’autunno: ci sono volte in cui, evidentemente, il lavoro settimanale trae in inganno.

Nella ripresa la scossa l’ha data l’ingresso di Mancosu, nonostante di palloni ne abbia toccati pochissimi. Il messaggio, però, era chiaro: dobbiamo vincerla. Ma non è andata lo stesso, perché oggi la luce era spenta. Era spento Laribi, il barometro, ed è ancora spenta l’intesa tra Sansone e Cacia. Era spento, in generale, il Bologna: sette falli commessi in novanta minuti sono un termometro sufficiente a capirlo. Tanta frenesia durante il secondo tempo, con il Pescara a fare le barricate, ma di parate Fiorillo ne ha dovute compiere soltanto una.

I rossoblù hanno comunque allungato sul Livorno, così come purtroppo il Carpi ha allungato su di noi. Siamo sempre lassù, dove meritiamo di stare, ma due partite così in fila possono bastare. Il Bologna deve essere diverso perché il Bologna sa essere diverso. Migliore, molto migliore.