editoriale

Massima fiducia in Saputo e nei suoi collaboratori

Plusvalenze, mercato e giovani: la dirigenza del Bologna sta dando vita ad un progetto interessante

Alberto Torreggiani

Quanti di noi, fino a poco più di un mese fa, avrebbero anche solo immaginato di trovarsi a 19 punti, a tre giornate dal giro di boa? Quanti di noi avrebbero mai creduto in una risalita così veloce e decisa? Forse più di quelli che pensiamo, perché se è vero che questa squadra nasce in estate tra critiche più o meno velate nei confronti di Corvino, è anche vero che in tanti tra i tifosi ci hanno sempre creduto, fiduciosi nella competenza dei dirigenti rossoblu.

Evidentemente la rosa del Bologna è sempre stata idonea alla Serie A, anche quando buona parte di tifosi e stampa non ne era affatto convinta. Poi, con lo sbarco di Donadoni, sono arrivate le vittorie, che hanno messo tutti d'accordo e tutte le difficoltà, che si palesavano con Rossi, sono praticamente sparite, insieme alle critiche. Ma la squadra è sempre quella che fino a poco prima era stata addirittura definita da alcuni personaggi autorevoli come uno dei “peggiori Bologna di sempre”.

Ecco perché io sono convinto che, anche tra coloro che attualmente stanno trovando meno spazio, ci sia tanto talento inespresso. I vari Pulgar, Crisetig, Krafth, Mbaye a mio modo di vedere non sono ancora giudicabili. E' ancora presto, sono giovani, alcuni di loro hanno giocato un po' di più, altri quasi niente ed in ogni caso il Bologna ci ha investito denaro e sarebbe da pazzi bocciare qualcuno di loro durante questo campionato, senza conoscerne le reali potenzialità. Per un motivo o per l'altro finora sono stati utilizzati meno, ma state certi che qualcuno di loro da qui alla fine potrà tornare utile.

Dobbiamo sempre tenere presente che, mentre alcuni giocatori giovani riescono ad imporsi da subito (è successo a Taider, quando lo prese Bagni e sta succedendo quest'anno a Masina e Diawara) in altri casi ci vuole molto più tempo. Del resto la Serie A è uno dei campionati più complicati al mondo e per un giovane non è affatto semplice scendere in campo ed adattarsi da subito a livello tecnico, fisico e tattico. L'errore da evitare è investire su un giovane, senza dargli il tempo di maturare.

Per citare qualche caso di errori del passato, mi viene in mente Osvaldo, che arrivò a Bologna con Menarini, andò maluccio, non brillò, ma era molto giovane. Bene il Bfc, in quel caso, fece una minusvalenza (e faticò anche ad incassare i soldi dall'Espanyol). Un altro caso di giovane in cui non abbiamo creduto è Ekdal, che restituimmo alla Juve per poco più di un milione per la metà (anche in questo caso ci costò una minusvalenza). Guardate ora dove e come giocano, forse in questi anni potevano tornarci utili, anche solo come investimenti. In ogni caso la regola è mai fare una minusvalenza, se il giocatore può migliorare, piuttosto si aspetta qualche anno, si manda in prestito a fare esperienza. Possibilmente bisognerebbe evitare di rivendere un giocatore senza fare guadagnarci, altrimenti la politica dei giovani salterebbe e quindi anche il progetto di Saputo (quello di lavorare per rendere il Bfc una società economicamente stabile) verrebbe intralciato da perdite economiche.

Noi come tifosi dobbiamo cominciare ad essere un po' più lungimiranti. Sarebbe bello, se il prossimo anno, tutti i giovani che sono emersi o emergeranno durante questo campionato, giocassero ancora qui, ma se vogliamo crescere e se vogliamo tornare grandi, dobbiamo prima capire che gli investimenti sui giovani sono fatti proprio per fare plusvalenze, perché è questo l'unico modo per fare calcio. Se la società incassasse una certa quantità di milioni dalla cessione di qualche gioiello di famiglia, questo Signore venuto dal cielo, colui che ci ha tirato fuori dalla melma e che ora ci sta facendo sognare, reinvestirebbe queste plusvalenze in nuovi giovani, che a loro volta genererebbero altre plusvalenze. Questo è il suo progetto e se non entriamo (ed anche in fretta) in questo meccanismo, rischiamo di pregiudicare lo sviluppo del progetto stesso.

In questi giorni sto leggendo sui social molti commenti di persone che si indignerebbero, se dovesse partirne anche solo uno, tra Masina, Diawara ed Oikonomou. Insomma cari tifosi, innanzi tutto le bandiere non esistono più, fatevene una ragione, inoltre il Bologna non è (ancora) un top club, per cui dobbiamo essere realisti e saper aspettare il giorno in cui nessun giocatore vorrà andare via da qui.

Il rischio che si corre è quello che Saputo dica: “signori miei, io ho provato a dare il via ad un progetto, ma se non vi va bene come opero, me ne vado e tanti saluti”. Quindi, mi raccomando, tutti dobbiamo allinearci ed appoggiarlo in tutto quello che fa, senza nessun tipo di critica e senza nessuna lamentela, anche nel caso in cui dovesse partire qualcuno dei nostri “cinni”. Sarebbe come darci una mazzata sui piedi. Del resto questo è il calcio moderno, fatto di soldi e soldi e soldi.

Stasera giochiamo una partita fondamentale per capire fino a che punto possiamo spingerci. Non ne ho parlato appositamente, perché non ho idea di come potrà andare. Reputo l'Empoli una squadra molto forte e se dovessimo andare a punti, sarebbe un grande risultato. Io al contrario di molti mi accontenterei anche di uno, ma è ovvio che la speranza e soprattutto la fiducia in questo mister ed in questo gruppo di ragazzi, mi fa pensare in grande. Spero solo che comunque vada la squadra esca tra gli applausi, perché vorrebbe dire che l'impegno c'è stato e questa è l'unica cosa che conta.