editoriale

Lopez a processo nonostante i 3 punti. È giusto o no?

La quinta vittoria in sei partite, che è anche il sesto risultato utile consecutivo, ha portato con un sé una coda di mugugni e polemiche che per chi si limita a farsi un’opinione con il solo risultato finale davanti agli occhi...

Marco Francia

La quinta vittoria in sei partite, che è anche il sesto risultato utile consecutivo, ha portato con un sé una coda di mugugni e polemiche che per chi si limita a farsi un’opinione con il solo risultato finale davanti agli occhi potrebbero sembrare davvero assurdi, ma che forse, dopo una prestazione come quella di Crotone, potrebbero avere più di una motivazione valida. Sul banco degli imputati, manco a dirlo, mister Diego Lopez, che non riesce proprio ad entrare nel cuore dei tifosi rossoblù nonostante un secondo posto che – è bene ricordarlo – nessuno si sarebbe aspettato ad inizio stagione. Detto questo, proviamo ad analizzare nella maniera più oggettiva possibile le mosse dell'allenatore.

Partiamo dall’inizio, o meglio ancora prima, dalle scelte di Lopez insomma. L’idea di dar fiducia allo stesso undici della partita con il Pescara “perché la prestazione mi era piaciuta” è contestabile di per sé, figuriamoci se nel mezzo sono arrivati a Bologna due giocatori del calibro di Krsticic e soprattutto Gastaldello. Ora, che i nuovi abbiano bisogno di tempo per entrare nei meccanismi della squadra è pacifico, ma estremizzando il concetto per renderlo più chiaro: fosse arrivato Cristiano Ronaldo, non sarebbe stato schierato perché non era ancora entrato negli schemi? Certo, il fatto che Lopez ora utilizzi con continuità Sansone (dopo averlo lasciato in panchina alla prima con il Perugia) dimostra che la volontà di dar spazio ai nuovi ci sia tutta, ma l’aver rinunciare a tutti gli altri nuovi, specie nel caso dei due sopracitati, è stata una scelta più incosciente che coraggiosa. Forse adesso non si parlerà pù di un Lopez senza carattere, è vero, ma il rischio corso dal tecnico uruguaiano in nome del gruppo (e forse anche del proprio orgoglio) è stato grosso, enorme: se gli episodi non fossero stati tutti dalla nostra parte (magari fosse sempre così!), quali sarebbero state le reazioni della piazza e della dirigenza?

Eh sì, perché quello di Crotone è stato un Bologna baciato dalla fortuna. Sotto tutti i punti di vista, la prestazione del Bologna è stata largamente insufficiente e rappresenta un ulteriore passo indietro rispetto alle non esaltanti prove offerte contro Entella (con l’alibi del terreno di gioco) e Pescara. Gli unici punti di contatto di queste tre partite sono stati i buoni risultati – 7 punti in 3 partite vanno SEMPRE bene – e l’assenza di un giocatore che fino alla squalifica rimediata con il Perugia si era messo in mostra come uno dei più forti e decisivi tra quelli a disposizione di Lopez. Sto parlando ovviamente di Franco Zuculini, per la seconda volta consecutiva in panchina, a cui Lopez ha preferito un impacciato ma comunque ammiravole Casarini e un Buchel ancora lontano dal giocatore ammirato prima dell’infortunio. Sarà stato un caso, ma senza l’argentino il centrocampo rossoblù ha mostrato una perenne incapacità di fare gioco. Attenzione, non sto parlando di “calcio champagne”, di bel gioco e basta; il punto della questione è che, per un motivo o per un altro, gli uomini di Lopez sembrano aver smarrito quell’identità di gioco che mi aveva portato a difendere con convinzione l’allenatore quando i risultati non arrivavano a dispetto di prestazioni convincenti e che oggi, per la stessa ragione, mi obbliga a muovergli più di una critica.

“Finché Lopez vince ha ragione lui”. Certo, assolutamente, e con tutta sincerità solo il primo a sperare che Lopez abbia ragione fino alla fine della stagione, perché ciò significherebbe senza giri di parole Serie A. A prescindere dalla goduria per i 3 punti ottenuti, quel che bisogna chiedersi è: per quanto tempo Lopez continuerà ad avere ragione, se le prestazioni del Bologna saranno quelle delle ultime 3 partite? Laribi non potrà sempre indovinare il tiro-cross risolutivo, Coppola non potrà parare sempre tutto ciò che passa più o meno vicino ai suoi guantoni, Cacia, Sansone e Mancosu non potranno non ricevere un pallone degno di questo nome per tutta la durata della partita o quasi. Quello di Crotone è stato un Bologna concreto e fortunato (che non fa schifo, anzi!); se nelle prossime uscite riuscirà ad essere non più bello (chissenefrega dell’estetica, sul serio), ma più autoritario e di nuovo padrone delle partite, allora sì, Lopez continuerà ad avere ragione e l’obiettivo promozione non potrà sfuggirci.