editoriale

Le idee sono tante, ma il problema lista frena il mercato

Che bello tornare a leggere Granarolo in casa rossoblù. Aria nostalgica di quel Bologna magico che mi incantò da ragazzino con sprazzi di grandissimi campioni, di cui custodisco ancora gelosamente la maglietta. La caccia a partner e sponsor...

Matteo Ragazzi

Che bello tornare a leggere Granarolo in casa rossoblù. Aria nostalgica di quel Bologna magico che mi incantò da ragazzino con sprazzi di grandissimi campioni, di cui custodisco ancora gelosamente la maglietta. La caccia a partner e sponsor continua spedita con il colosso Kia nel mirino, la quale porterebbe una pubblicità notevole anche al di fuori dei confini nazionali.

Noterietà che porterebbe anche l'arrivo in rossoblù di Balotelli, ma la trattiva è in realtà molto più complicata di come è stata dipinta in maniera frettolosa. Un'idea, una tentazione: il nome è finito sulla scrivinia principale di Casteldebole, godendo del consenso dello staff tecnico e non solo. Un'approvazione che però finisce inevitabilmente per scontrarsi con altre vicissitudini, siano esse di natura caratteriale o economica.

Un altro punto ha caratterizzato fortemente il mercato rossoblù – e della Serie A – da giugno ad oggi: il problema della lista. La nuova riforma punta a creare un modello di calcio sostenibile in grado di ridurre gli sprechi incentivando il talento dei vivai, più in generale degli Under 21.

Ricordandola in breve: le rose delle squadre di Serie A sono ridotte a 25 calciatori, di cui 4 cresciuti in Italia e 4 cresciuti nel vivaio del club per cui sono tesserati; libero tesseramento degli Under 21 (la stragrande maggioranza è italiana). Le norme sulle rose vengono pertanto equiparate a quelle già esistenti delle liste Uefa per Champions ed Europa League. Pare evidente il problema principe di questa sessione di mercato: per ogni ingresso over 21 serve una cessione, altrimenti dopo il 31 agosto il club di Saputo si vedrebbe costretto ad avere sul groppone giocatori fuori dalla lista e pertanto inutilizzabili, quindi di fatto fuori rosa. Un investimento a fondo perduto.

Ecco perché Sadiq è sempre rimasto in pole per il posto di secondo/terzo attaccante alle spalle di Destro e in ballottaggio con Floccari. Altrimenti nomi del calibro di Pinilla o Matri avrebbero già indosso la maglia felsinea.

Ed ovviamente siamo di fronte ad un esubero clamoroso di over 21 in tutta la Serie A, con conseguente impossibilità di cessione per via delle nuove norme. Impossibile quindi arrivare senza fatica ai vari Balotelli, Saponara, Rossi quando Acquefresca, Ceccarelli, Morleo, Cherubin e Crisetig rappresentano solo alcuni dei possibili fuori rosa. Una perdita colossale di fondi che un club con entrate ancora proporzionatamente ridotte come il Bologna non può sopportare. Da qui alla fine del mercato uno dei temi principali sarà quello di liberare slot in modo da poter assaltare definitivamente calciatori di rango superiore e non soltanto giovani scommesse: non per niente Dzemaili ha già dimostrato cosa vuol dire essere un giocatore in grado di innalzare il livello di esperienza in mezzo al campo, così come farà Torosidis in difesa (per cui bisognerà liberare una casella). A meno che un colpo non sia Under, Bigon avrà tantissimo lavoro da fare per consegnare a Donadoni una rosa ancora migliore di quella attuale.

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