editoriale

La discoteca per farli conoscere

di Mario Giuliante

Redazione TuttoBolognaWeb

“La discoteca per farli conoscere”. Da intitolare così la notte brava di quattro giocatori del Bologna che, dopo la sconfitta con la Lazio, hanno deciso di continuare la “festa” sulla pista da ballo, travisando forse il concetto dello “stare insieme per fare gruppo”. In un momento particolare della società dove i risultati hanno difficoltà a pervenire, i gol scarseggiano e la lucidità mentale sul prato è ben lontana dalle prestazioni precedenti, il comportamento di alcuni giocatori che, disobbedendo ai regolamenti interni, hanno messo in cattiva luce un Bologna già sotto i riflettori per le prestazioni non esaltanti. Masina, Oikonomou, Pulgar e Viviani pizzicati in un noto locale del bolognese e richiamati dalla società che prenderà provvedimenti: non si condanna la libertà di uscire certo né di divertirsi, ma in un momento come questo, soprattutto dopo una sconfitta in casa, cosa c’è da festeggiare? Se la squadra non brilla la colpa è un po’ di tutti ed i mea culpa di ognuno dopo la disfatta contro i biancocelesti era doveroso da parte di tutti.

La partita contro il Sassuolo, in programma nel lunch mach di Domenica 12 Marzo 2017, rappresenta un test verità importante contro una squadra che ha avuto diversi problemi nel corso di questo campionato. Un derby che l’anno scorso i rossoblu con Giaccherini e Floccari portarono a casa, mostrando il Bologna di quel periodo: in salute e capace di vincere. Sarà lo stesso domani? Si ripeterà quanto accaduto l’anno scorso? Data la situazione e le prestazioni, il presagio non è dei migliori. Se la bacchetta magica di Donadoni (o l’asso nella manica) era il 5-3-2 (o 3-5-2) con il quale i rossoblu avrebbero dovuto ritrovare la gloria che mancava da un po’, il risultato è stato per nulla soddisfacente. Contro una Lazio in salute, l’azzardo di giocare con questo modulo, la difficoltà di alcuni giocatori ad interpretarlo, la scarsa voglia di alcuni nell’applicarlo (ed applicarsi) e la mancanza di audacia di Donadoni nell’osare e provare a sbilanciarsi (sostituire un centrocampista con un altro sotto di due gol non è il massimo) riflettono le problematiche del Bologna di questo periodo. Non c’è alcun dubbio che, in tante situazioni, il cambio modulo poteva essere uno soluzione alla prevedibilità del 4-4-3 ma, correre un rischio del genere adesso, contro una squadra come la Lazio ha portato ad un risultato sbagliato. Al Mapei Stadium con un Sassuolo che le proverà tutte per portarla a casa, bisogna essere consapevoli dei propri mezzi: a Consigli, Cannavaro, Acerbi, Berardi e Matri il Bologna dovrà rispondere presente, c’è poco da fare. In che modo? Provando a riorganizzare le idee, ripartendo dal momento in cui tutto andava bene, prima del tracollo e vedere se la cosa può portare a risultati: se prima il problema poteva essere la difesa o il modulo, oppure Destro, adesso, dopo aver sperimentato che non è cosi non esistono più alibi.

La punizione più grande per i felsinei sarà quella di non vedere i propri tifosi nella comoda trasferta contro il Sassuolo. Una richiesta ben precisa quella di non presenziare all’incontro da parte della tifoseria bolognese in segno di contestazione per le ultime vicende. Ad un atteggiamento così, chiaro simbolo di come anche la tifoseria, che ha sempre fornito il massimo apporto alla squadra, abbia deciso di alzare la voce in segno di protesta, il Bologna può rispondere solo con una grande prestazione, il resto non conta. L’unica risposta alle tante domande ed ai tanti dubbi che ora più che mai aleggiano intorno alla società, sul mercato estivo e quello di riparazione, sulla questione allenatore e soprattutto sul tema legato al progetto societario tante volte ribadito dal Chairman Joey Saputo. L’invito a farsi riconoscere da parte di Donadoni al tifoso che lo contestava (facendo vacillare anche il suo aplomb), questa volta è da destinare alla squadra: giù la maschera! O si gioca e vince o almeno ci si prova; è l’unico modo per evitare ulteriori dispiaceri.