editoriale

Immobile attesa, non ci resta che aspettare

Bologna devastante, incontenibile. Destro finalmente si è sbloccato, tutti i fantallenatori possono godere di un fantastico +6. Porta inviolata, non accadeva dalle Guerre puniche. Ah, ma giocavamo contro il Granamica? Davvero, questa pausa per...

Matteo Ragazzi

Bologna devastante, incontenibile. Destro finalmente si è sbloccato, tutti i fantallenatori possono godere di un fantastico +6. Porta inviolata, non accadeva dalle Guerre puniche. Ah, ma giocavamo contro il Granamica? Davvero, questa pausa per la nazionale è illegalmente infinita. Pare che domenica si giochi, ma ormai non possiedo più certezze.

Nel frattempo posso ammettere tranquillamente che “Il Mondo di Joey” è una figata. Davvero. Vedere i colori rossoblù così tanto social, così tanto attivi, mi emoziona parecchio. Un modo semplice e diretto per sedersi accanto ai propri tifosi e toccare storie personali, cercando di avvicinarne il più possibile da tutto il mondo sfruttando le potenzialità del proprio marchio. Diciamoci la verità: in un mondo altamente tecnologico, la tua parte virtuale deve essere curata tanto quanto la tua parte reale. Una deve completare l'altra, in un momento storico nel quale un like, un follower valgono immensamente per le società sportive, ma non solo loro. Nulla, ovviamente, è lasciato al caso: strategia, marketing e merchadising, i punti fermi di una metà virtuale ad alto tasso di realtà. Comunicare, saper comunicare, saper raccontare una storia. Non basta, devi fare modo che la tua storia venga ascoltata, raccolta e condivisa. Parlo di fondamentali, l'equivalente di un passaggio con stop ben riuscito da parte di un calciatore di Serie A.

A proposito, dalla regia mi comunicano che effettivamente domenica i rossoblù saranno impegnati in casa contro il Palermo del traballante Iachini. Ero leggermente prevenuto, lo ammetto, infatti ricordo bene diverse batoste subite per mano dei rosanero negli ultimi anni. Parliamo anche di sconfitte pesanti, ma negli ultimi tre incontri disputati al Dall'Ara il Palermo si è imposto solamente una volta, per 1-3 durante la stagione 2011/12 con Pioli in panchina e Di Vaio in campo. Bologna-Palermo rappresenta anche un bell'incrocio emotivo: Delio Rossi, Brienza, Gilardino, Terzi e altri che adesso potrei dimenticare, il sogno Ilicic, la tentazione Abel Hernandez. Il calciomercato ha sempre offerto tanto sotto questo punto di vista: certe sfide nelle sfide, certi ritorni (piango pensando a Gilardino) donano una luce particolare all'incontro. Di tempo ne è passato, ma il Palermo sostanzialmente non cambia, mantenendo immutate le proprie caratteristiche: un collettivo che fatica a raccogliere risultati fuori dal Barbera. I precedenti non aiutano di certo nella lettura di questa sfida, poiché sono certo di una cosa: le analisi, in questo momento, sono del tutto inutili. Nessuno ha ancora capito il Bologna, e sono sicuro che il Bologna non abbia ancora capito se stesso. 

La statistica che vedrebbe il Bologna addirittura quinto dopo i primi quarantacinque minuti di gioco la percepisco lontana, difficilmente applicabile. I “se”, i “ma” non cambiano la storia, ma aiutano ad aggiustare il tiro, a comprendere la situazione e risolvere gli errori commessi. Fatico ad inquadrare l'anima di questa squadra, l'orgoglio naturale che dovrebbe invadere i corpi di diversi ragazzi e uomini alla presa con un momento no. La piazza non vuole leggere analisi, vuole leggere la classifica domenica pomeriggio e vedere un bel numero 6 accanto al nome Bologna. Tutto qua, non possiamo fare altro che aspettare. Immobili. La pausa ha reso la situazione anomala, una sorta di immobilismo forzato in cui i soliti concetti e discorsi sono stati ripetuti fino alla noia. Ripeto: non ci resta che aspettare, ogni conclusione sarebbe prematura.

Conta solo vincere e credo che Corvino si sia mosso in maniera sapiente. La pressione, in attesa di risulati che tardano ad arrivare, potrebbe schiacciare un gruppo già con le spalle al muro. Una conferenza stampa inutile, se non per il discorso relativo al contratto di Marios, ha in realtà rubato la scena in maniera più o meno imprevista. La maggior parte dell'ambiente si è effettivamente concentrata sul modus operandi del direttore, ossia quello della non risposta, del parlare senza dire realmente qualcosa di concreto. Un parafulmine, una tattica capace di alleggerire la tensione in vista di un match fondamentale. Ha funzionato? Lo scopriremo soltanto domenica a mezzogiorno.

Off-topic: ma Destro devo metterlo titolare al fantacalcio?