editoriale

Il meglio deve ancora venire

Ancora una volta, a uscire da vincitore – se non addirittura trionfatore – dal weekend lungo di campionato è Diego Lopez. L’uomo più discusso degli ultimi tempi a Bologna ha prima messo i punti sulle “i”...

Marco Francia

Ancora una volta, a uscire da vincitore – se non addirittura trionfatore – dal weekend lungo di campionato è Diego Lopez. L’uomo più discusso degli ultimi tempi a Bologna ha prima messo i punti sulle “i” con la stampa in merito alla vicenda Abero, accattivandosi non poche simpatie anche tra i suoi detrattori e dando l’ennesima dimostrazione che dietro a quella maschera da agnellino si nasconde un vero e proprio leone, e poi – cosa più importante – è andato a prendersi insieme ai suoi uomini 3 punti dal peso specifico elevatissimo in quel di Cittadella, anche in virtù dei risultati delle dirette concorrenti (Livorno in primis) per la promozione.

Il Bologna di sabato, giunto all’ottavo risultato utile consecutivo e alla quarta vittoria in fila lontano dal Dall’Ara, è ancora lontano dal miglior Bologna della stagione e, cosa più importante, dal miglior Bologna possibile con l’organico attualmente a disposizione. Non sono io, umile pennivendolo maigoduto, a dirlo. Sono stati Lopez, Krsticic e Mancosu in persona a dire a chiare lettere che il buon Bologna visto a Cittadella ha ancora ampi, anzi enormi margini di miglioramento, che il potenziale di questa squadra sapientemente rinnovata a gennaio è ben lontano dall’essere espresso; che, insomma, non appena i nuovi si saranno calati al 100% negli schemi del mister (e nella realtà della Serie B), raggiungendo nel frattempo la migliore condizione fisica ed entrando in piena sintonia con i compagni, il Bologna sarà ancora più forte di quello che negli ultimi due mesi è riuscito a mettere in saccoccia (anche con un briciolo di mai sgradita fortuna) 20 dei 24 punti a disposizione. Non male.

Poche storie: per far funzionare al meglio il giochino costruito in estate da Fusco e messo a punto da Corvino a gennaio basterà rimanere sereni (ignorando procuratori invadenti, ammutinati isterici e istituzioni avverse) e lasciare che la squadra esprima il proprio potenziale, senza intestardirsi in scelte poco logiche. Non sono infatti servite rivoluzioni copernicane per rivedere a Cittadella il Bologna autoritario e propositivo ammirato per lunghi tratti nel corso della stagione; è stato sufficiente fare la scelta più semplice e assennata del mondo, ovvero inserire un Krsticic non ancora al 100% ma già palesemente fuori categoria, in grado di dare verticalità alla manovra garantendo al contempo gli equilibri a cui Lopez è giustamente tiene, al posto di un Buchel in affanno e bisognoso di tempo e tranquillità, per ritornare ad essere il giocatore ammirato tra ottobre e novembre.

Per proseguire sulla retta via che porta alla Serie A non serviranno miracoli, ma basterà assecondare una rosa che per qualità e profondità è manifestamente superiore alla concorrenza. Prepariamo i pop corn: il meglio deve ancora venire.