editoriale

Il delitto perfetto

Tutti i tasselli al posto giusto: è la domenica perfetta del Bologna. Ora avanti su questo solco, senza pensare all'Europa League

Giacomo Bianchi

Si è veramente concluso il delitto perfetto: Sassuolo senza alcuni uomini fondamentali, Sassuolo che in casa non aveva mai perso, Bologna che va meglio in trasferta che in casa, la presenza dell'ex di turno che fa sempre goal contro le sue vecchie squadre, un Bologna che ritrova alcuni protagonisti importanti e soprattutto 4000 persone (forse più) che seguono la squadra per far sentire il loro affetto, e alle quali non si poteva dare un dispiacere. Per la legge dei grandi numeri, per le aspettative che si erano create e per le condizioni in campo, durante la scorsa settimana ci avevamo sperato un po' tutti in un epilogo favorevole. Poi non lo dicevamo perchè la scaramanzia in questi casi è d'obbligo, ma il sentore della vittoria serpeggiava eccome sotto le Due Torri. E così è stato.

Meritatamente, più di ogni altra volta. Il Bologna ha disputato la gara perfetta, forse anche meglio rispetto a quella casalinga contro il Napoli: ha chiuso gli spazi agli avversari, ha difeso bene ed in maniera ordinata, ha fatto il gioco che voleva, si è proposto in avanti, ha creato, ha avuto almeno quattro occasioni da goal nitide. “Che bellezza”: mi venivano in mente solo queste parole al termine della partita, di una partita che è stata bella da vivere e da guardare. Si possono fare tanti paragoni tra Bologna e Sassuolo, partendo dal fatto di avere una ricca proprietà e dal fatto di avere in mente progetto chiaro e proiettato nel futuro. Il Sassuolo è sicuramente un esempio da seguire per quello che ha costruito negli ultimi anni, e il Bologna sotto certi aspetti è ancora indietro rispetto ai vicini cugini. Ma il campo, domenica, ha detto altro. Ha detto che questo Bologna può mettere in difficoltà chiunque, che sia la prima in classifica, la rivelazione del campionato o una squadra che lotta per la Champions League. Insomma, stiamo parlando di una squadra che piace, che diverte e si diverte, e che ha potenzialità veramente importanti. Vittorie come quella di domenica fanno sognare e fanno pensare in grande, come è normale che sia.

Non penso che l'Europa League sia un obiettivo realistico di Donadoni, della Società e dei giocatori: come è giusto che sia, bisogna vivere alla giornata, con il pensiero di arrivare il prima possibile alla quota salvezza, che adesso sembra quasi dimenticata. L'obiettivo primario, come diciamo da mesi (anche quando le cose vanno bene), rimane quello. Punto. Poi sognare è lecito, ma penso che il Bologna da qui alla fine debba vivere alla giornata, debba ragionare settimana dopo settimana con il solo pensiero di migliorarsi ancora. Poi i conti si cominceranno a fare tra una decina di partite, e solo allora si capirà il vero l'obiettivo della stagione. Per il momento continuiamo a vivere questa situazione idilliaca, che ci fa veramente camminare a metri e metri d'altezza, con lo sguardo rivolto sempre di più verso l'alto, e quasi non curandoci di chi sta dietro ed è sotto di noi. È una sensazione veramente positiva, che dà un grande senso di leggerezza: e questa leggerezza e questa serenità, devono regnare nella quotidianità di Casteldebole, perchè è più facile lavorare con la testa sgombra, è più facile ragionare in prospettiva quando tutto va bene. È davvero un gran bel momento, è davvero un gran bel Bologna. Mercato? Ci sarebbero parole da spendere sulla telenovela Ramirez, sui possibili arrivi nell'ultima settimana utile e sulle eventuali trattative in uscita. Ma in questo momento, in questa condizione psicologica, passa tutto in secondo piano, come è normale che sia. Tutto sembra perfetto, anche se qualcosa da puntellare in fondo ci sarebbe. Ma facciamo passare ancora qualche giorno, continuiamo a goderci questa vittoria: solo quando l'eccitazione sarà terminata, potremo tornare a rivolgere i nostri pensieri nel fantastico mondo del calciomercato.